Inter, chapeau ad Eto’o. Adesso rischia il Milan. Juve, l’unica guerra è di carta. Ora tocca a Palazzi

Complimenti. Parto da qui, e mi sembra inevitabile e doveroso. Complimenti all’Inter, capace di rivitalizzare lo sbiadito tricolore nostrano in giro per l’Europa, tenendo alto il nome dell’Italia anche nella competizione più importante di tutte. Non è stata una partita tatticamente perfetta, ci mancherebbe, ma in determinate occasioni non è questo ciò che conta.

Poco importa che il Bayern nel primo tempo avrebbe potuto essere in vantaggio di tre reti senza che nessuno potesse avere nulla da recriminare; i nerazzurri hanno spazzato via ogni rimpianto bavarese con un secondo tempo da applausi trascinati da un fuoriclasse come Samuel Eto’o. Ora aspettiamo di vedere cosa riserverà l’urna, anche se credo poco o nulla alle inutili scaramanzie di Moratti, che dichiara di volere il Barcellona, mentre in realtà fa gli scongiuri auspicando di incontrare lo Schalke o lo Shaktar di turno. Vedremo, in ogni caso la partita dell’Allianz ArenA potrà avere ripercussioni inimmaginabili anche in chiave campionato: se l’Inter dovesse trionfare anche nel derby, gli scenari sarebbero ribaltati del tutto. Dietro a questo duopolio, si affaccia con grande interesse anche la sfida per i restanti due posti in classifica. Sono convinto che saranno appannaggio, nell’ordine, di Roma e Napoli. Già, prima i giallorossi dei partenopei, perchè la squadra di Montella è in netta ripresa e può beneficiare di una rosa con individualità di maggior spicco rispetto a quella azzurra. Il Napoli ha due o tre giocatori straordinari, ma il livello medio è più basso.

Dell’importante udienza di Calciopoli di martedì scorso si è letto tutto e il contrario di tutto, tra molte omissioni e pezzi di colore  di nessuna sostanza. Ognuno è libero di vederla come vuole, ma a tutto c’è un limite, e questo confine è stato superato da alcuni cronisti presenti in aula. Giusto evidenziare che la Gazzetta ha un posto molto parziale in quest’elenco, perché  in talune parti ha sorpreso al contrario. Richiamo in prima pagina (una rarità, dopo che i titoli ad effetto in un’unica direzione erano stati una costante dal 2006 in poi), anche un significativo “round alle difese” (vivaddio), e una cronaca all’interno, che non ha mancato di  sottolineare le «diverse contraddizioni» del teste Nucini. Ma i due cronisti a braccetto potevano fare di più. Sui «ragionamenti o riscontri» di quanto riferito da Gianfelice Facchetti a proposito delle confidenze fattegli dal padre, manca la cosa fondamentale, l’ammissione da parte di Facchetti jr che si trattava solo di «ragionamenti».

E su Zamparini, del tutto ignorato il documento prodotto dalla difesa e messo agli atti circa il sorteggio che aveva fatto uscire il nome di Rizzoli. Sorteggio, non designazione, fatto neanche da Bergamo e Pairetto ma da Manfredi Martino (un testimone dell’accusa) e dal notaio. E Zamparini, per sua ammissione, non sapeva neanche che gli arbitri di serie B erano scelti per sorteggio, come quelli di A.  Su Nucini  non sono state rilevate le difformità tra lui e Facchetti jr su chi sarebbe stato presente al “Concord” nel momento del fantomatico incontro. Per l’ex arbitro ci sarebbero stati solo Fabiani e il sottoscritto, per Facchetti jr anche Pairetto, Bergamo e De Santis. Quando sono bugie (che hanno gambe corte) può capitare di dimenticare un  attimo dopo quanto pensato o detto un attimo prima.

Del tutto ignorato infine l’incontro di Nucini con il pm di Milano Boccassini, il farfugliamento dell’ex arbitro a sostenere che si era parlato solo di calcio, la richiesta al collegio da parte dell’ avv. Gallinelli di chiedere alla Procura di Milano il relativo fascicolo. Niente è stato scritto sui colloqui di lavoro che Facchetti procurò a Nucini, tra gli altri, con Paolillo (attuale ad dell’Inter) in cambio delle menzogne che questo signore avrebbe dovuto raccontare.  Nucini era un arbitro in attività (tra l’altro ha arbitrato l’Inter 5 volte), con il quale dunque un dirigente di società e meno che mai un presidente poteva avere frequentazione. E su questo Palazzi non può più fingere di non sapere, il materiale è sufficiente per prendere decisioni, al di là anche dell’esposto presentato dalla Juve.
Mi scrive infine un  tifoso juventino per contestare l’attacco fatto dalla Juve a Tuttosport.

Noi sul punto siamo d’accordo con il nostro lettore perché Tuttosport è sempre stato vicino alla Juve, anche nei momenti più difficili, e sul processo ha un un carico elevato di meriti che la società dovrebbe riconoscergli. Perché non attaccare la Gazzetta, dice ancora il lettore, che è stata la causa scatenante di questa farsa? Tra l’altro, proprio ieri, la rosea ha fatto un’inchiesta sulla Juve ponendosi un interrogativo, «dove è finita la Juve?». La risposta è d’obbligo: «Dove hanno cercato di mandarla loro, per primi». Su questo punto la Juve tace, probabilmente più facile prendersela con Tuttosport.

[Luciano Moggi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

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