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Juventus: Conte non sottovaluta la sfida del Dall’Ara

Accanimento e sgombrare: le parole chiave della conferenza di Antonio Conte sono state queste. Perché oggi c’è il Bologna, ma ieri (la multa ai bambini) e domani (il delicatissimo impegno finale con il Galatasaray) sono ingombranti.

Inevitabile tornare al caso dei cori («m…a» gridato al portiere dell’Udinese ad ogni rinvio, come i grandi hanno loro bene insegnato) dei 12 mila ragazzini puniti dal Giudice sportivo con un’ammenda di 5mila euro. «Ci sono delle regole da rispettare, ineccepibile, ma certe volte si esagera: ho notato un certo accanimento – ha denunciato il tecnico, poi morbido in previsione utopistico-futura – Spero che la prossima volta, contro il Sassuolo, ad ogni rinvio del portiere invece di quella parolaccia in curva si dica “bravo”: sarebbe un piccolo passo in avanti per tutti».

Prima dell’anticipo della settimana prossima, però, ci sarà la trasferta decisiva in Turchia: ad Istanbul basterà non perdere, ma si prevede una serata infernale. Difficile non pensarci, anche se Conte lo ha chiesto: «Al “Dall’Ara”, sarà una sfida tosta: la testa, come sempre, dovrà essere sgombra da altri impegni».

Difficile non valutare qualche risparmio energetico: contro il Bologna («La squadra di Pioli è in buonissima salute»), dovrebbero riposare Bonucci (Barzagli-Ogbonna-Chiellini, davanti Buffon), Asamoah (Peluso al suo posto) ed almeno uno fra Tevez e Llorente (Quagliarella e Vucinic sono pronti). A riposo forzato, invece, Pirlo, che ne avrà per circa un mese: l’odierna è la prima senza il regista per la Juve, che finora non ha mai perso in sua assenza (5 vittorie, 3 pareggi). Chi al suo posto? «Ho tre centrocampisti eclettici, che possono all’occorrenza giocare davanti alla difesa: deciderò di volta in volta – ha glissato Conte – Paul può ricoprire bene quel ruolo, anche se di base è un interno. Vedremo».

Su Paul, l’allenatore non ha potuto non spendere qualche parola in più, il giorno dopo l’assegnazione al francese del “Golden Boy”: «Pogba in un anno e mezzo è cresciuto in maniera entusiasmante: ha tutte le possibilità per migliorare ancora, purché tenga la testa bassa e pedali. Sono felice che abbia detto di non accontentarsi del premio vinto e di voler mirare ad un riconoscimento molto più prestigioso: aspirare al Pallone d’Oro non è per lui un atto di presunzione ma di consapevolezza».

Il francese d’oro, del resto, non perde occasione per dimostrarsi tutto fuorché inappropriato e superbo. A chi gli ha chiesto se il centrocampo della Juve sia uno dei più forti del Mondo, ha replicato: «Non posso dirlo io. Quello che so però è che Marchisio, Vidal e Pirlo sono giocatori molto bravi e giocare con loro è un onore».

A chi lo ha pungolato su chi fosse il più forte in squadra, ha risposto elogiando Tevez: «È un giocatore di classe mondiale: mi piace molto anche come persona, perché è divertente e mi fa sempre ridere». Infine, a chi gli ha domandato se si sentisse “arrivato” ha detto che «quando vedo giocare accanto a me uno come Pirlo mi dico che devo ancora migliorare in tutto, tatticamente e tecnicamente».

Umiltà d’oro.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]

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