Juventus, il punto: “C’è chi legge la storia…e chi la scrive”

“C’è chi legge la storia e chi la scrive”. Conte indossa la maglia celebrativa mentre la gara con il Cagliari sta finendo. Il record è scritto: 102 punti, come nessuno prima in Italia e nei massimi campionati europei. La vittoria numero 19 di fila (altro record) arriva in scioltezza: tre gol nel primo tempo, passeggiata nella ripresa. Applausi per tutti, a partire da Conte. Tricolori al vento, bambini in braccio a tutti i bianconeri (titolari e non), “non c’è 2 senza 3″ su maglie e spalti: clima, come prevedibile, da festa. In campo, però, finiti i convenevoli, si gioca. Ed il Cagliari, annunciato spettatore senza pretese, dimostra di non voler solo assistere. Di Ibarbo, infatti, il primo tentativo serio dell’incontro (4′): sfugge a Caceres ed impegna Buffon. Deviazione puntuale. Vorrebbe fare lo stesso il collega sardo, tale Silvestri, su una punizione di Pirlo (8′): il calcio del regista è maledetto (dall’alto al basso in pochi centimetri), però, ed il portiere tocca sulla traversa, ma poi lo spedisce in rete con la schiena. Parte la musica allo Stadium, l’azzurro si concede all’esultanza: vantaggio Juve.

I tifosi si alzano in piedi, sentono profumo di record. I giocatori sono trascinati. Ed il raddoppio giunge subito (14′): angolo, mischia e Llorente lesto nell’approfittare di un rimpallo. La Juve non si sposta dalla metà campo sarda: è tiro al bersaglio. Cagliari intimidito e abbattuto perché, quando ci prova, trova un extraterrestre a negargli gioie: Tabanelli, al termine di un contropiede pregevole, ha la palla giusta in solitudine, ma Buffon si oppone alla grande.

La Juve passeggia, si diverte. Tevez cerca il gol: ci tiene, ma finisce per sbattere contro i difensori sardi. Asamoah sfodera un tiro dei suoi. Marchisio si inventa una giocata stupenda: palleggia, scherza con Dessena, si accartoccia per girare di destro sotto la traversa. Tripletta Juve, che non si ferma. Silvestri deve fare gli straordinari: Tevez lo impegna da fuori, Bonucci lo minaccia da vicino.

Come in avvio, la ripresa inizia sugli spalti. E tutto lo Stadium è per Antonio Conte: cori, striscione, sciarpe. Estremo tentativo di convincimento. Poi, apoteosi per Buffon (qualche minuto a Rubinho), applausi per Llorente (spazio ad Osvaldo). La partita non è più in campo. Si vede una scritta “Speziale libero”: il resto dello Stadium protesta, il drappo scompare. Uno spezzone per Pepe. Poi la festa. “C’è chi legge la storia…e chi la scrive”.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]

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