Lazio: parte la nuova era Zarate?

Ricominciamo. Non è solo il titolo di una famosa canzone composta al tramonto degli anni ’70, ma potrebbe essere la presentazione adatta per la giornata di oggi. L’incontro tra Mauro Zarate, il suo manager Ruzzi e il presidente Lotito sarà decisivo per il futuro dell’argentino alla Lazio. Sì o no stavolta fa tutta la differenza del mondo: se l’argentino accettasse la spalmatura dell’ingaggio (quello che dovrebbe percepire nei prossimi due anni, andrebbe a prenderlo nei prossimi quattro) con rinnovo e promessa di adeguamento in caso di grande stagione, allora per lui comincerebbe una nuova era, una seconda vita, altrimenti addio senza ripensamenti. La speranza e le sensazioni portano verso la fumata bianca, una soluzione contraria sarebbe un danno per tutte le parti in causa.

In primis per la Lazio che piazzerebbe sul mercato un elemento svalutato dopo la stagione nefasta vissuta a Milano. Lotito, per Zarate, chiede non meno di 12 milioni, cifra che nessuno è disposto a offrire, considerando anche il pesante ingaggio percepito dall’argentino. Difficile strappare più 7-8 milioni a un eventuale acquirente. Lotito lo sa, ha capito che l’unica via di uscita è il rilancio del giocatore. Tre anni fa sborsò più di 20 milioni per portarlo a casa, cederlo ora sarebbe un fallimento.

La Lazio punta sul suo talento, la proposta è un segnale. Se Zarate tornasse Zarate, Lotito avrebbe fatto il miglior colpo possibile: immaginatevi il primo Mauro accanto a Klose, sarebbero dolori per qualunque avversario. La potenza e il senso del gol di Miro, l’estro e la rapidità di Zarate, pochi in Italia potrebbero vantare una coppia simile. Questa è la speranza della Lazio, il sogno di tanti tifosi che ancora non si sono arresi all’idea di vedere dissipato tanto talento. Maurito, intanto, non potrebbe chiedere di meglio. Un rinnovo, adesso, farebbe salire sensibilmente il suo appeal presso la tifoseria: apporre la firma sul nuovo contratto sarebbe un gesto maturo e umile, un passo importante per superare gli attriti e i malumori registrati in passato. La Lazio è il suo pallino, sta a lui riconquistarla. Era arrivato nel 2008 da semisconosciuto, ci mise pochissimo per diventare un idolo. Nessuno –dai tempi di Nedved, Nesta e Veron- era riuscito a regalare le stesse emozioni di Mauro, nessuno come lui è più stato in grado di infiammare un pubblico spesso critico e diffidente come quello laziale. Mauro ce l’ha fatta e nonostante due stagioni così e così, una parentesi all’Inter da dimenticare, ancora gode di stima e affetto presso la maggior parte dei tifosi biancocelesti. Un caso quasi unico.

È il momento della svolta, grazie anche a Petkovic, allenatore da subito molto chiaro. “Prima devo valutare la rosa, poi traccerò un bilancio”. Lo aveva detto il giorno della sua presentazione Petko, il messaggio –anche grazie a Luis Ruzzi- è arrivato forte e chiaro alle orecchie di Mauro in Argentina. Zarate ha capito l’importanza del momento, si è presentato a Roma, sì con un giorno di ritardo, ma più tonico e in forma che mai. Chi lo sta ammirando ad Auronzo giura che uno Zarate così non lo si è mai visto, neanche quando incantava sotto la sapiente guida di Delio Rossi. A 25 anni, l’argenitno sa che è giunto il momento di dare una svolta alla sua carriera, questo è il treno da prendere, non ce ne sarà un altro. Riconquistare il suo primo amore, per riprendersi se stesso. La Lazio e Zarate sono pronti a dire: “Ricominciamo”.

[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

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