Le tre mosse vincenti di Ranieri

“Nella tempesta mi esalto. Abbiamo problemi, ma ne verremo fuori. Le difficoltà sono il mio pane: lavoro per venirne a capo. Ho sempre agito così”. Claudio Ranieri lo diceva chiaro, quasi in ogni conferenza stampa. L’Inter annaspava, quasi crollava, ma lui, il tecnico di Testaccio, non ha mai perso la speranza e ha sempre continuato a infondere coraggio e consapevolezza. Non lo ha scalfito il rovescio di Catania, non lo ha disilluso il ko interno con la Juventus, tantomeno quello con l’Udinese. Ranieri è rimasto fermo sulle sue idee: non fossilizzato, ma convinto al punto giusto di potercela fare. “L’ho detto ai ragazzi”, ripeteva nei post-partita colmi di pessimismo, “noi ne verremo fuori”. Era quasi un mantra. Un mantra che si è concretizzato sul campo soprattutto in Champions e nelle ultime quattro giornate di campionato. La cura ha funzionato in tre mosse. Ecco quali.

1) SOLIDITA’ DIFENSIVA – Quello che era stato il vero tallone d’Achille nell’avvio di stagione: la mancata solidità difensiva. Tra moduli inadatti alla rosa e scarsa condizione fisica, l’Inter, dietro, faceva acqua. Tanti, troppi i gol subiti. Logica conseguenza le sconfitte a catena che hanno portato all’esonero di Gian Piero Gasperini. Ranieri, invece, ha avuto l’intelligenza tattica di ricondurre l’Inter a ciò che le competeva come caratteristiche consolidate. Ognuno nel suo ruolo, senza stravolgimenti di sorta. E’ bastato questo per riconsegnare al gruppo nerazzurro fiducia mentale e voglia di risalire la corrente. Pochi fronzoli e tanta quantità: magari avrà storto il naso qualche esteta, ma non chi vede nello sport (e nel calcio italiano in particolare) una corsa dove vincere conta più dell’apparire. E difficilmente si poteva pensare al bel gioco nello stato di classifica in cui si versava fino a qualche settimana fa.

2) FIDUCIA NEI SENATORI – Altro passo fondamentale è stato riservare ai senatori del gruppo interista quelle attenzioni particolari un po’ andate perse. Base del discorso la voglia di dialogo e comprensione, anche e soprattutto verso gli scontenti. Ranieri ha ripercorso un po’ quel discorso che aveva intrapreso Leonardo: qui c’è gente che ha vinto tutto e occorre recuperarla sotto ogni aspetto. Anche per questo, nonostante le tantissime defezioni di organico, l’Inter ha cominciato a fare risultati poggiandosi sia sulle forze dei nuovi arrivati, sia su quelle dei soliti noti. Da qui, ad esempio, le conferme di Pazzini e Milito, protetti e coccolati sempre e comunque. Da qui anche le dolci parole per Sneijder, molto più in infermeria che sul campo. Lo spogliatoio è unito attorno a Ranieri e si rema tutti verso la stessa direzione: titolari, riserve e pure gli esclusi si sentono parte del progetto.

3) RACCORDO CON LA DIRIGENZA – Ricordate le esternazioni di Moratti durante il breve regno di Gasperini? Ecco, con Ranieri il numero uno di Corso Vittorio Emanuele non ha mai osato attaccare le decisioni dello staff tecnico con a capo l’ex allenatore della Roma. Ranieri si è da subito integrato con la linea societaria, per stile e per obiettivi tecnico-tattici. Mai una parola fuori posto dal buon Claudio, né in chiave mercato né sotto il profilo gestionale. Ranieri e l’Inter sono parsi da subito una cosa sola, tutto al contrario di quanto dava a vedere il precedente connubio con Gasperini. Un atteggiamento che sta pagando sotto il profilo dei risultati e che, come sostengono gli operatori di mercato, pagherà anche a gennaio con l’arrivo di qualche innesto importante.

La manovra anticrisi di Ranieri, insomma, sta davvero funzionando e l’Inter è proiettata verso una seconda parte di stagione da pericolosa outsider. Le idee sono chiare e la smentita ufficiale dell’Inter di un presunto contatto (e pre-accordo) con Luciano Spalletti la dice lunga sulla saldezza del rapporto con l’attuale timoniere nerazzurro. E per uno che si esalta nella tempesta, adesso navigare in acque più placide potrebbe essere incredibilmente dolce…

[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]

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