Malesani, madre de diòs!

Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso vi dico: “Malesani, madre de diòs!”. Ho parafrasato un titolo della stampa spagnola indirizzato al tecnico della nazionale iberica (“Santamaria, madre de diòs!”) che aveva pareggiato nella partita inaugurale del mondiale 1982 del suo girone per 1-1 contro il modesto Honduras. Stasera per il Genoa è andata ancora peggio: 2-0 dal Cesena ultimo in classifica. Non voglio addentrarmi sulla questione del cambio di allenatore, che sembrerebbe ormai sempre più vicino, ma soffermarmi sulla mediocre gara del Manuzzi.

Il Grifone è stato schierato con il 3-5-2: l’idea non era sbagliata. Peccato che mancassero i due mediani a copertura della difesa: mi sarei aspettato che fossero utilizzati Kucka (per quanto poco reattivo in questo periodo) e Seymour: invece no, c’era una linea mediana molto leggera, costituita da Rossi, Merkel (che ha agito anche da mediano!!!), Constant e Veloso. Nel primo tempo, audaces fortuna iuvat, la fortuna ha aiutato l’audace Malesani: il Cesena è stato molto guardingo, svolgeva catenaccio con poco contropiede senza portare pericoli nei dintorni di Frey.

Il Genoa sembrava formazione più ordinata e compatta e tutti sembravano felici e contenti. Ma nella ripresa è cambiato tutto: il Cesena ha deciso di picchiare in contropiede alzando a turno gli esterni di centrocampo e fornendo palloni per Mutu. L’ingresso di Bogdani è stata poi la mossa decisiva di Arrigoni: il nuovo entrato assieme all’attaccante rumeno ha costituito una coppia micidiale. E in quel momento si è compiuto il solito assioma che sta ricorrendo troppo spesso in questa stagione: la squadra rossoblù soffre tanto, tantissimo, le squadre che giocano all’italiana. Spero, cari amici genoani, che mi perdonerete se parlo in questo modo e non di “ripartenze”: comunque, prescindendo dal termine, la sostanza non cambia, il Genoa soffre la velocità degli avversari e non riesce a ripiegare e a chiudere subito gli spazi.

Il quadro (purtroppo a tinte fosche) si completa con la mancanza della punta: se Caracciolo non riceve palle giocabili, dovrebbe urlarlo ai compagni e farsi sentire d’autorità. E invece non accade nulla: anche oggi non ha apportato alcun valore aggiunto all’attacco. In più aggiungete l’inconsistenza di Constant e la prova mediocre di Veloso e si comprendono i perché della sconfitta. Non a caso Frey è stato il migliore in campo: ha svolto almeno quattro parate che hanno evitato un passivo più umiliante. La riprova di tutto ciò? Le statistiche della Lega di A dicono che il Genoa ha avuto maggior possesso palla (61%) e maggiore supremazia territoriale (13′:25″): ma il Cesena è stato maggiornente pericoloso sotto porta (55,9%) e ha tirato 12 volte, di cui 8 nello specchio della porta, contro i 5 tentativi del Grifone, di cui 3 tra i pali di Antonioli. Insomma, una supremazia completamente sterlie. I tiratori: 4 volte Mutu, 2 Malonga, e 2 Parolo per i bianconeri, 2 Palacio per i rossoblù.

Venerdì arriverà il Milan. Chiunque si insedierà sulla panchina del Vecchio Balordo dovrà tener conto di una grave assenza: non ci sarà Palacio, oggi ammonito e in precedenza diffidato, che sarà squalificato dal giudice sportivo per un turno. Una brutta mazzata, visto che il settore offensivo manca di una punta centrale. Bisogna sperare forse nel miglior Jankovic e nella Dea Bendata che dia ancora una mano ai colori rossoblù.

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]

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