Non fasciamoci la testa per il 3-1 col Chievo: ma il Genoa ha bisogno di amalgama e correttivi

Dopo appena due turni di campionato il Genoa è passato dalla polvere all’altare. Vittoria a Udine, sconfitta oggi a Marassi inaspettata per certi versi contro il Chievo. Invece per altri versi era possibile. Innanzitutto c’è da dire che una squadra con tanti nuovi elementi ha bisogno di amalgama: è corretto quello che ha detto Gasperini oggi in conferenza stampa «chi ha la squadra più consolidata in questo momento possiede dei vantaggi». Il Chievo rientra in questa categoria.

I problemi nascono quando si nota che una squadra in vantaggio per 1-0 dopo pochi minuti si blocca letteralmente: il dubbio è che qualche problema per la tenuta fisica ci sia, ma è meglio che emerga adesso così il tecnico potrà svolgere i necessari correttivi. Non a caso si è bloccato il gioco sulle fasce, per il quale occorre molta corsa e fisicità, e non solo per il cambio di modulo degli avversari: l’unico davvero in forma è Palacio che ha giocato come sa fare crossando palloni per i compagni e tirando in porta. Altro punto debole rossoblù: non si è riuscito a concretizzare nulla sui calci d’angolo nonostante il cospicuo numero ottenuto (8 contro i 5 dei veronesi). Merito anche della difesa avversaria, si dirà: ma una delle caratteristiche del gioco gasperiniano è lo sfruttamento della componente aerea. E i colpitori di testa non mancano.

Ho qualche perplessità per lo stato di forma di alcuni uomini. Kharja è un caso a parte: non riesce ancora a velocizzare l’azione, un fatto comprensibile dopo il doppio terribile infortunio di un anno fa. In molti hanno criticato la sua sostituzione con Ranocchia: invece secondo me l’errore è stato quello di non convocare Zuculini. E’ vero che aveva giocato giovedì in Supercoppa Primavera, ma è giovane e avrebbe assorbito la fatica: poteva stare in panchina ed entrare nella ripresa per far impazzire i centrocampisti avversari con le sue giocate estrose. Qualche preoccupazione desta Veloso: entra nel secondo tempo e non dà quasi mai un concreto apporto alla manovra. Si distingue solo per un buon tiro, purtroppo centrale.

Punti di forza: sicuramente Destro è uno di questi. Gasp ha trovato il “vice” di Toni, in attesa che il titolare sia completamente recuperato. Milanetto e Marco Rossi restano sempre molto affidabili. Rafinha ha buona corsa, ma deve concretizzare e finalizzare di più le sue azioni. La difesa è da rivedere con Chico a destra prima di dare giudizi. Insomma, non bisogna fasciarsi la testa: ma domenica a Parma si spera di vedere un altro Genoa. Una nota per l’arbitro Pierpaoli: voto 4. Fischia raramente i falli e non solo a favore dei rossoblù: è impreciso e poco attento. E’ questo il nuovo corso del dopo-Collina?

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]

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