OLANDA IMPIETOSA: SILURATO IL BRASILE

Il Mondiale perde il calcio bailado della Selecao. Dopo la rete di Robinho arriveranno le decisive giocate di Snejder: i verdeoro sono già a casa, come avvenne nel 2006. Gli orange invece vedono il 1° Titolo Mondiale.

È clamoroso, il Brasile, il superfavorito per il Titolo 2010, è stato eliminato come 4 anni orsono ai Quarti di Finale, da una spumeggiante ed “irriguardosa” Olanda, per un qualcosa che scuote in maniera tumultuosa il Torneo iridato. Il Mondiale piange dunque la fuoriuscita anticipata dei Pentacampioni, apparsi inadeguati a concorrere per l’iride, in un match in cui hanno palesato la loro classe soltanto nella prima parte della gara, spegnendosi alla distanza.

I verdeoro, infatti, erano partiti a razzo, perforando la retroguardia arancione al 10°, con un lungo taglio perfetto di Felipe Melo volto a pescare Robinho che superava il portiere in uscita. Una partenza che lasciava presagire un monologo della Selecao, che in altre seguenti circostanze rischierà persino di chiudere il match. Sarà solo una illusione che si schianterà con la dura realtà inflittagli dai tulipani. Il team di Dunga, infatti, inizierà nella ripresa a disunirsi, coi vari ingranaggi che cominceranno ad incepparsi. All’8° del secondo tempo gli orange perverranno all’inatteso pareggio, grazie ad uno svarione di Melo, che accompagnerà in rete, anticipando Julio Cesar, un innocuo cross di Snejder. Sarà lo stesso interista al 23° a piazzare di testa la botta del k.o., che schianterà contro ogni pronostico sua Maestà il Brasile.

Olanda che a questo punto, dopo aver fatto fuori i numeri uno del ranking FIFA, possono sognare di diritto il primo Mondiale della loro storia. Oggi gli olandesi hanno evidenziato una buona tenuta difensiva (e non è una novità), un super reparto centrale che sa sopperire alle deficienze offensive, ed una grande saldezza di nervi. Al contrario dei brasiliani, apparsi troppo individualisti, approssimativi, presuntuosi e nervosi. Inutile prevedere il benservito a Dunga, colpevole di non aver ottemperato ai doveri basilari, ovvero quello di dare continuità e credibilità ad alti livelli ai sudamericani, di non esser riuscito a tirare fuori il meglio da una rosa obbligata ad arrivare almeno in Finale.

Un Dunga che si era voluto complicare la vita nel rinunciare a gente come Adriano e Ronaldinho, come se fossero stati dei campioni superflui (Lippi docet). Se ne giovano le avversarie, che in Semifinale non si troveranno di fronte una montagna da scalare, ma al massimo delle colline, come possono equipararsi Spagna, la stessa Olanda ed una fra Germania ed Argentina, per un torneo che risulterà più equilibrato e perciò incerto. Il Brasile non c’è più, e forse non è detto che sia un male…

TABELLINO:

OLANDA-BRASILE 2-1 (primo tempo 0-1)

OLANDA (4-2-3-1): Stekelenburg; Van der Wiel, Heitinga, Ooijer, Van Bronckhorst; Van Bommel, De Jong; Robben, Sneijder, Kuyt; Van Persie (dal 40’ s.t. Huntelaar). (Vorm, Boschker, Boulahrouz, Braafheid, Schaars, De Zeeuw, Afellay, Van der Vaart, Babel, Elia). All. Van Marwijk.

BRASILE (4-2-3-1): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Juan, Bastos (dal 17’ s.t. Gilberto); Gilberto Silva, Felipe Melo; Dani Alves, Kakà, Robinho, Luis Fabiano (dal 32’ s.t. Nilmar). (Gomes, Doni, Luisao, Thiago Silva, Josue, Kleberson, Julio Baptista, Grafite). All. Dunga.

Arbitro: Nishimura (Giap).

Reti: Robinho (B) al 10’ p.t.; Sneijder (O) all’8’ e al 23’ s.t.

NOTE: spettatori 40.186. Espulso al 28’ s.t. Felipe Melo; ammoniti Heitinga, Bastos, Van Der Wiel, De Jong, Ooijer. Angoli 8-4 per il Brasile. Recuperi: 1’ p.t., 3’ s.t.

Alberto Sigona
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Alberto Sigona

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