Le prospettive della Lega Pro e lo studio della George Washington University

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La Serie C presenta all’UE due progetti sociali nel programma Erasmus

Dallo studio tecnologico-commerciale per la Serie C al bisogno di nuove prospettive di rilancio delle leghe minori

In un momento in cui il calcio italiano vive una crisi estrema soprattutto per le leghe minori risuona come un’oasi nel deserto il raggiungimento dell’accordo tra Lega Pro e la George Washington University, università tra le più influenti degli Stati Uniti con un master in Sport Management tra i più importanti e performanti a livello internazionale e classificato come il quinto a livello mondiale dei master di settore redatta da Sport & Business.

Lo studio enucleato dagli studenti della George Washington ha lo scopo di studiare possibili sviluppi tecnologici e commerciali futuri.

Ha spiegato Paolo Carito, Responsabile Marketing della Lega Pro: “Il lavoro, che sarà ultimato e che pubblicheremo a luglio potrà diventare un ‘laboratorio’ oltre che di formazione, anche di tecnologia e innovazione destinato a offrire servizi ai propri club – aggiunge il manager – il report analizzerà quali sono le tecnologie che potranno essere implementate dai club con il minor rapporto costi-benefici e su quali servizi-prodotti la ricerca si debba concentrare. Vogliamo mettere a disposizione dei nostri club, nuovi strumenti e mezzi per implementare il processo di innovazione che una società sportiva moderna deve governare per competere sul mercato”.

Il lavoro è senza dubbio ambizioso ma rientra in un programma volto a risollevare una categoria falcidiata dalla sospensione, con perdite nette e con lo spettro del fallimento dietro l’angolo; dopo la conferma di rinvio dal 4 maggio a giovedì 7, giorno in cui con ogni probabilità la Lega Pro ufficializzerà la sospensione di tutti i campionati di serie C, si cerca un modo per ripartire ben consci che senza un aiuto si profilerà un settembre nero, con il rischio molto fattibile di decimazione.

Tutto il mondo delle leghe minori aspetta ben certi che senza un aiuto e una comunione d’intenti il rischio di non ripartire diventi la realtà. È normale pensare che l’inaspettata crisi sanitaria abbia preso alla sprovvista tutti ma anche evidenziato una differenza troppo netta del calcio tra l’opulenza e la povertà, dove presidenti rischiano il proprio capitale.

La Serie C ha vissuto anni di crisi con lo scandalo delle fideiussioni, con l’impossibilità di iscrivere le squadre e con la crisi economica di un calcio troppo povero; è ora che ci sia uno sviluppo e seppur forse blando l’iniziativa americana potrebbe rivalutare il brand delle serie minori rendendole appetibili anche ad un mercato estero.