Inutile girarci intorno: le scelte di un allenatore si giudicano dai fatti, giustamente, e non dalle parole. Luciano Spalletti ha trovato i giusti equilibri con Salah, Perotti ed El Shaarawy: sostanza, corsa, sacrificio, velocità, qualità, tanta qualità, senso del gol. Il tutto mischiato e miscelato per bene. L’ex Chelsea sembra scatenato e quando mette il turbo diventa imprendibile. Segna, aiuta la squadra e fa segnare. Contro la Fiorentina ha fatto due gol ma in tante altre occasioni, invece di cercare la gloria personale, ha fatto la scelta migliore provando a servire un compagno meglio piazzato.
Sono dettagli importanti, che fanno capire quanto il calciatore stia bene anche di testa. Perotti è tante cose insieme: è la determinazione argentina, ha geometrie, ha una qualità pazzesca e consente di avere una doppia fonte di gioco quando, abbassandosi, permette alla Roma di iniziare l’azione con lui o con Pjanic. A Roma sta anche iniziando a segnare qualche gol, il che non guasta. Il Faraone sta trovando una media gol notevole. Dà equilibrio sulla fascia e con la sua tecnica è una spina nel fianco continua per gli avversari. Parte largo a sinistra ma Spalletti vuole che tagli spesso il campo per puntare dritto all’area avversaria.
Tutti e tre pressano e aiutano in fase difensiva, corrono, si sacrificano e costituiscono il tridente magico su cui ricostruire la Roma.
[Alessandro Carducci – Fonte: www.vocegiallorossa.it]
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