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Samp, Delio Rossi: “Il gruppo ha bisogno di serenità e di organizzazione”

Giornata di presentazioni in casa Sampdoria. Delio Rossi si è ufficialmente presentato agli organi di stampa ieri nella sala stampa del centro “Gloriano Mugnaini” e, come di consueto, anche Sampdorianews.net era presente.

Spesso si dice che il calcio è fatto di episodi e di gesti, Lei in questi anni ha avuto la consapevolezza della stima che i tifosi della Sampdoria hanno nei suoi confronti, partendo da quella finale di Coppa Italia in cui Lei ha applaudito la curva blucerchiata?

“Ci tengo prima di rispondere alle vostre domande, dire due parole sul collega che ho sostituito: so cosa significa non riuscire a portare a termine l’impegno che si aveva preso, mi è capitato a volte anche a me e quindi so cosa vuol dire interrompere un rapporto. Conoscevo i suoi collaboratori ed umanamente mi dispiace. Di quel gesto ho fatto una cosa che penso sia normale, ho visto un pubblico che ha sostenuto tutta la squadra, un gesto di grande correttezza nei confronti dei giocatori in una finale persa ai rigori. Io l’avevo vinta ai rigori e penso che alla fine lo avrei fatto con qualsiasi altra squadra, quindi non penso di avere fatto chissà quale gesto eclatante. Nel calcio si ricorda solo chi vince, invece andrebbe ricordato anche come si vince”.

Scusate il ritardo” verrebbe da dire per le volte in cui è stato accostato alla Sampdoria.

“Sono stato accostato alla Sampdoria da voi giornalisti, la Sampdoria mi ha chiamato ieri mattina e devo dire che grazie a Dio, non ero fermo per mancanza di possibilità, ero fermo perché aspettavo una chiamata, che quando è arrivata quella della Sampdoria ho detto subito sì. Vengo per sei mesi, non per strappare un contratto, che devo ancora firmare. Quello che mi ha fatto subito decidere per il sì, rispondendo a questa domanda, sono le persone: Rinaldo (Sagramola ndr), con cui ho avuto il piacere di lavorare a Palermo e perchè ho avuto il piacere di sentire parlare bene della Sampdoria società. Un professionista deve fare leva su dei valori. Una cosa che mi è rimasta particolarmente impressa, più che il saluto in Coppa Italia, è quando si è sancita la retrocessione dei blucerchiati. Vedere 20mila tifosi applaudireuna squadra che quel giorno era retrocessa. Mi ha fatto pensare: qui devo venire a fare calcio. Ora voglio vedere se sono all’altezza di farlo”.

Cosa le rimane dell’episodio dello schiaffo a Ljajic dopo essere andato via da Firenze?

“La storia è chiusa. Il gesto ha avuto rilevanza perchè è stato fatto in pubblico, davanti alle telecamere. Ho chiesto scusa, resterà comunque un bel ricordo l’esperienza che ho fatto a Firenze”.

La Sampdoria ha bisogno di schiaffi? Da spettatore esterno che impressione Le ha fatto in questi mesi?

“Se servissero gli schiaffi avete visto che sono capaci a darli (sorride ndr). Tuttavia ritengo che il gruppo abbia bisogno di serenità e di organizzazione. Scherzi a parte, quando si arriva ad un cambio in panchina significa che qualcosa non ha funzionato.In questi mesi non mi sono focalizzato solo sulla Sampdoria, è difficile dare giudizi sul divano della situazione, quando subentri in corsa non tutti hanno gli stessi problemi. Io posso parlare e fare lo psicologo poi bisogna andare in campo. Gli unici che possono risolvere i problemi sono i giocatori. Io ho solo una possibilità, se il campo non si realizza quello che vuole vedere la gente, io ho solo da lavorare. Tutto il resto è fantasia”.

Delle sue precedenti esperienze cosa vorrebbe portare a Genova?

“Penso al di là dei risultati il fatto che la squadra abbia trovato la giusta sintonia con la propria gente e viceversa. Se io andassi in Africa con tutti i miei principi, devo rendermi conto che sono in Africa, e quindi non sono gli Africani che devono avvicinarsi a me ma io agli Africani. Spero di avvicinarmi alla gente di Genova tenendo saldi i miei principi”.

Si dice che è stato scelto in quanto addestratore della tattica. Una filosofia basata sui giovani. La spaventa questa cosa dei giovani o la affascina?

“Entrando in corsa ed avendo firmato solo per sei mesi, fermo restando che la mia carriera dice che sono un monologo, che sono rimasto diversi anni nella stessa squadra, però io non sono entrato in corsa come aggiustatore o riparatore, io sono un allenatore di calcio e colui che allena la squadra, non devo allenare nè i tifosi, nè i giornalisti. Sui giovani la mia storia dice che mi piace lavorare con i giovani, lavorare con gente che ha voglia di mettersi in discussione, che ha voglia di emergere. La qualità non ha età: però se hai qualità ed età inferiore è meglio, se no basterebbe mettere solo dei ragazzini. Non sono convinto di questo. È l’unica cosa che so fare, quindi devo avere la disponibilità totale sapendo che se pensate che ho la bacchetta magica e risolvo il problema non sono quel tipo di allenatore, quindi ci vorrà anche un po’ di pazienza. Una salvezza tranquilla”.

In sequenza Lazio, Juventus e Milan può essere di aiuto?

“Non hanno avuto il coraggio di dirmi il calendario (sorride ndr)”.

La prima che non è una partita semplice per il suo passato?

“In Serie A se non alleni una “big” sai che sono tutte partite difficili. Se vuoi la bicicletta devi pedalare però focalizziamoci su una partita alla volta. Sono partito questa mattina da Roma, la mia casa è vicina 2 km da Formello, centro sportivo della Lazio, ed ho detto ‘Guarda com’è la vita’. Prima devo conoscere la mia squadra, queste domande fatemele Venerdì, prima di parlare degli altri parliamo della mia squadra”.

Arrivato in corsa e con tre partite impegnative. Pensa di attuare un calendario fitto di allenamenti nel periodo natalizio?

“Devo lavorare anche nel periodo di Natale ma ci sono esigenze sindacali che dicono sette giorni consecutivi di vacanza. Per gli stranieri è difficile dato che vanno a casa. In tre giorni non posso intensificare gli allenamenti o stravolgere dal punto di vista tattico la squadra che ha giocato fino a domenica. Se farò qualche intervento lo farò in tempo breve, però di questo ne dovrò parlare anche con la squadra, fosse per me non farei neanche Natale dato che lo ho fatto fino adesso Natale”.

Un reintegro in rosa di Angelo Palombo?

“Palombo ha un contratto con la Sampdoria. La Sampdoria mi ha dato una rosa di 28 giocatori e c’è anche Palombo. Se ritengo che Palombo è idoneo alla causa giocherà. Questo vale per lui come tutti gli altri 28 della rosa. Sta a loro mettermi in difficoltà. Con un nuovo tecnico si riparte da zero. La società paletti non me ne ha messi”.

Ha idea di utilizzare una difesa a quattro?

“Conosco i giocatori però ho l’indicazione della televisone e non mi focalizzo solo sui giudizi dati sul divano. Dipende dai giocatore e valuterò e penso che un allenatore se entra in corsa deve fare leva sul sitema di goco che valorizzi i giocatori che ha. Non ho mai pensato che giocando a tre od a quattro si gioca meglio o peggio”.

Si può dire che vi è stato un abbassamento qualitativo della Serie A?

“Penso che non ci sia stato un livellamento verso niente, si sono persi dei picchi quello si, il campionato italiano è il piu difficile del mondo dal punto di vista degli addetti ai lavori. Mi auguro di coniugare il bel gioco con i risultati. Credo che non ci sia una strada differente: alla lunga se giochi male fai poco punti”.

Tornando al calendario ed analizzando in maniera retrospettiva avrà notato come la Sampdoria fa bene con le titolate mentre ha avuto della battute di arresto con squadre di pari calibro. A cosa è dovuto questo?

“Mi auguro che continui questo trend anche nelle prossime tre partite allora (sorride ndr)”.

C’è una questione su Icardi per il campionato Under 20. Cosa ne pensa?

“Sul discorso di Icardi vale lo stesso discorso che abbiamo fatto per Palombo. Devo parlare di quello che succede ora in avanti non di quello che è successo prima, quindi se è il caso che rimanga qui o che vada a giocare, devo parlarne io con il ragazzo e con la società. Magari all’Argentina mandiamo qualche altro giocatore…”.

Con che spirito ritorna a Genova dopo tanti anni?

“Ho allenato il Genoa in Serie B per soli sei mesi dodici anni fa. Genova è una bellissima città. I cugini mi hanno voluto bene in quei sei mesi anche se non tutti i risultati erano all’altezza della situazione, questo non significa che devo rinnegare niente, ma questo non mi ha certo bollato. Mi auguro che ci sia rispetto e spero che il mio rapporto qui alla Sampdoria possa essere duraturo”.

[Redazione Sampdoria News – Fonte: www.sampdorianews.net]

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