Siena-Milan, l’analisi tattica: discutibili scelte di Allegri, rossoneri graziati

Finale con il brivido: per 87 minuti il Milan ieri sera è stato fuori dalla Champions League e gli incubi di tutti i tifosi rossoneri stavano prendendo corpo. Mentre infatti la Fiorentina passeggiava sui resti del Pescara, la squadra rossonera arrancava contro un’altra retrocessa del nostro campionato. Merito certamente di una gara attenta ed orgogliosa di un Siena che merita un applauso per aver onorato fino in fondo questo campionato, ma la brutta partita giocata dai rossoneri è figlia sopratutto delle incomprensibili scelte tattiche di Massimiliano Allegri: El Sharaawy escluso nell’ultima partita per un Robinho in condizioni precarie e il passaggio al 4-2-1-3, soluzione mai provata quest’anno, per di più con il ricorso a Nocerino nel ruolo di trequartista. Non c’è da sorprendersi che il Milan fatichi a trovare il giusto ritmo, considerando che si è trovato alle prese con un centrocampo schierato in modo inedito ed è stato messo nel fulcro del gioco un calciatore che, oltre ad aver giocato pochissimo quest’anno ed essere quindi in precarie condizioni fisiche e psicologiche, non ha la qualità necessaria per giocare in quella posizione.

A causa di questa somma di fattori, e della grandissima serata di Pegolo, i rossoneri trovano il pareggio solo dopo l’80esimo e per gentile concessione di un rigore abbastanza generoso: è poi Mexes, uno degli ultimi ad arrendersi, a trovare il gol che vale la qualificazione in Champions. Rimane quindi la festa per il traguardo-Champions conquistato, ma deve rimanere anche impressa la prestazione in una gara che doveva essere aggredita in modo diverso, impostata su linee-guida diametralmente opposte, considerando il fatto che il pronostico era largamente favorevole ai rossoneri. Anche la prestazione, e non solo il risultato, dovrà dunque avere un peso specifico nei colloqui che la società ha intenzione di avviare con Massimiliano Allegri e dai quali molto probabilmente emergerà la decisione definitiva riguardo alla futura guida tecnica della società rossonera.

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– Il gol di Terzi è frutto dell’ennesima disattenzione sulle palle alte della retroguardia rossonera (probabilmente il colpevole è Zapata, reo di essere il calciatore più vicino a Terzi nel momento dello stacco, ma non sappiamo come fossero suddivisi precisamente i compiti in marcatura), la quale ha concluso il campionato con un bilancio di gol subiti di testa decisamente inaccettabile. Posto che il problema si ripresenta da diversi anni, accentuato in questa stagione dal fatto di aver perso due centrali come Nesta e Thiago Silva, ci auguriamo che in estate ci sia un serio ripensamento dei movimenti difensivi in questo tipo di situazioni.

– I rossoneri sono stati traditi da Massimo Ambrosini, capitano e uomo con maggiore esperienza in campo, escludendo Abbiati. Proprio lui che doveva essere una guida per i propri compagni e infondere tranquillità grazie alla sua grandissima esperienza, ha invece disputato una gara nervosa, rimediandosi anche un rosso che poteva costare carissimo se Terlizzi non avesse pareggiato il numero di uomini in campo da lì ad un minuto. Ci si attendeva decisamente di meglio dal capitano, probabilmente alla sua ultima apparizione in maglia rossonera.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]

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