CINCINNATI – Doveva essere l’ennesimo capitolo di una rivalità epica, invece si è trasformato in un monologo spagnolo. Carlos Alcaraz ha dominato Jannik Sinner nella finale del Masters 1000 di Cincinnati, chiudendo con un impietoso 5-0 che lascia poco spazio alle interpretazioni. Ma dietro il punteggio c’è una verità più amara: Sinner non stava bene.
Fin dalle prime battute, il numero uno italiano è apparso scarico, lento, svuotato. Il solito ritmo incalzante, le accelerazioni fulminanti, la lucidità tattica: tutto sembrava svanito. Il caldo torrido dell’Ohio – 31 gradi e umidità al 52% – ha messo a dura prova il fisico di Jannik, che ha faticato a trovare fiato e gambe.
“Non stavo bene da ieri. Pensavo di migliorare nella notte, invece sono peggioratoMi dispiace deludere però a volte capita e bisogna accettarlo”, ha dichiarato a fine match.
Non è la prima volta che il talento altoatesino accusa problemi fisici nei momenti clou. Già a Parigi, durante il Roland Garros, aveva mostrato segni di affaticamento. A Cincinnati, però, il crollo è stato verticale. Nessun set vinto, nessuna reazione: solo frustrazione e sguardi persi nel vuoto.
Dall’altra parte della rete, Alcaraz ha fatto il suo: aggressivo, preciso, instancabile. Lo spagnolo ha fiutato la difficoltà dell’avversario e ha affondato il colpo senza pietà. Con questa vittoria, porta a 9-5 il bilancio degli scontri diretti e si conferma il dominatore del cemento.
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