AIC, Calcagno: “Nessun calciatore si è mai opposto”

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Calcagno

Le parole del vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori nel corso di un’intervista rilasciata a Radio Bianconera.

TORINO – Umberto Calcagno, vicepresidente dell’Associazione Italiana Calciatori, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Radio Bianconera. Queste le sue parole a cominciare dagli orari: “Gli orari e tutto quello che è stato discusso in questi giorni hanno portato a un miglioramento delle condizioni per giocare, il fatto che ora ci siano sole 10 partite il pomeriggio e che si giochino alle 17:15 vuol dire che un problema c’era ed è stato affrontato. Non si giocheranno partite al Sud in quell’orario, credo che si sia trovato un buon punto d’incontro perché la salute dei calciatori sta a cuore a tutti, soprattutto in un periodo in cui bisogna giocare ogni tre giorni”.

Sulla quarantena di squadra ha aggiunto: “Noi auspichiamo che la situazione in Italia continui a migliorare come stiamo vedendo in questi giorni. Speriamo che la prossima settimana i contagi siano ancora migliori rispetto a questa. Nessuno ha mai chiesto di essere decontestualizzati o di avere misure differenti, ma è impensabile che non ci sia un calciatore che nell’arco di queste partite non contragga il virus, anche solo viaggiando. Una squadra ferma per 14 giorni provocherebbe dei problemi insormontabili”.

Sulla volontà dei calciatori: “Dipende che significato si dà al non voler giocare. C’è chi ha contratto il virus o chi vive e gioca in città molto colpite. C’era una percezione differente, ma non credo ci sia mai stato nessuno che abbia detto di non voler giocare. Chiaro che affrontare una ripartenza in qualunque categoria non è semplice. Chi ha vissuto da vicino il virus magari ha una percezione differente. Anche noi viaggiamo tanto per lavoro, sicuramente in base al carattere si affrontano diversamente certe situazioni. C’è poi una soggettività che riguarda l’individuo”.

Sulle società che rischiano di non ripartire: “In una situazione di questa gravità non si può immaginare che tutti se la facciano e sarebbe sbagliato se il nostro approccio fosse quello di iscrivere tutti. Dobbiamo sicuramente cercare di non falsare i campionati. Poi per le categorie inferiori mi è piaciuto l’approccio della Serie B che si sta organizzando per ripartire il 20, mi dispiace invece per la Serie C abbia fatto una scelta di fondo a mio modo di vedere completamente sbagliata, dichiarando chiuse le competizioni un mese fa. È stato un errore imperdonabile perché ora rischia di non essere pronta per una ripartenza dei campionati. Avendo tutto il mese di agosto per giocare la stagione si sarebbe potuta completare normalmente”.