Tim Cup: Juve, e uno! Dani Alves è un fenomeno

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Allo Stadio Olimpico di Roma la Juventus trionfa contro la Lazio di Simone Inzaghi. Secco 2-0 maturato nei primi venticinque minuti. Le reti sono di Dani Alves prima (12′ pt.) e Leonardo Bonucci (24′ pt.)

ROMA – La Juventus alza nel cielo di Roma la sua dodicesima Coppa Italia. Nessuna come lei in Italia, la prima squadra ad alzare tre volte consecutive il trofeo. Il passo falso con la Roma rimane tale, un semplice passo falso, perché la Vecchia Signora è tornata subito a convincere oltre che a vincere.

Le formazioni ufficiali

Dopo i tanti dubbi dei giorni precedenti, Massimiliano Allegri ha schierato il 4-2-3-1 molto elastico visto contro il Monaco. Neto in porta, difesa a partire da destra con Barzagli, Bonucci, Chiellini ed Alex Sandro. Marchisio e Rincon sulla linea mediana a sostegno dei quattro più avanzati Dani Alves, Dybala, Mandzukic e Higuain.

Per Simone Inzaghi invece uno dei dubbi più importanti riguardava Marco Parolo che è sceso regolarmente in campo. 3-5-2 per Inzaghi con Strakosha in porta, Bastos, De Vrij, Wallace in difesa. Basta, Parolo, Biglia, Milinkovic e Lulic a completare i 5 di centrocampo. Immobile e Keita in attacco.

La mobilità della Juventus contro le verticalizzazioni biancocelesti

Come ci si aspettava, la Juventus ha adottato uno stile di gioco molto simile a quello visto contro il Monaco. In fase difensiva il 4-2-3-1 mutava in un 4-4-2 con Dani Alves e Mandzukic sulla linea di Marchisio e Rincon. All’occorrenza, nei momenti di massima spinta dei laziali, la Juventus si compattava con una difesa a cinque grazie al supporto difensivo di Dani Alves. Mandzukic andava a completare un terzetto difensivo a centrocampo, con uno fra Dybala e Higuain che a turno andava a dare una mano.

In fase offensiva invece i bianconeri erano molto mobili. Portato su il baricentro della squadra, si ricomponeva la BBC che rimaneva appostata per evitare possibili ripartenze biancocelesti. Alex Sandro si alzava sull’out di sinistra con Mandzukic che entrava in area di rigore per raccogliere il cross.

Quando questo non avveniva, il croato con un contro-movimento si buttava in sovrapposizione sulla fascia (quando c’era la possibilità). In questo caso dava due opzioni al brasiliano: proseguire la corsa in zona centrale, oppure cedergli la palla. Dall’altro lato accompagnava l’azione Dani Alves, mentre Dybala attendeva le palle vacanti fuori area.

La Lazio ha espresso il suo gioco migliore, quello fatto di verticalizzazioni improvvise e inserimenti da parte dei centrocampisti. In fase difensiva il 3-5-2 iniziale si trasformava in 5-3-2 con Basta e Lulic che si abbassavano sulla linea dei tre difensori costringendo la Juventus a non crossare quasi mai dal fondo.

A centrocampo la superiorità numerica è stata creata apposta per cercare di fermare le incursioni di Dybala con il mediano, mentre le due mezze ali portavano pressing sui due mediani della Juventus.

In fase offensiva la Lazio ha verticalizzato molto verso Keita e Immobile che facevano salire la squadra e scaricavano palla su Biglia o Lulic (spostato a centrocampo dopo la sostituzione di Parolo) che imbucavano per Milinkovic. La Lazio è stata brava soprattutto nel secondo tempo ad aprire alcuni piccoli varchi nella difesa bianconera proprio grazie al giro palla rapido.