Ballotta rivive Lazio-Juve: “Una partita come ai miei tempi, quando per vincere dovevi essere davvero forte”

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Finalmente si gioca. Lazio-Juve è alle porte e l’Olimpico attende il 60 mila che scalderanno i cuori dei propri beniamini nel match più affascinante di questo avvio di stagione. Una sfida al vertice che riporta alla mente i periodi indimenticabili dell’era Cragnotti, quando la prima squadra della Capitale dominava in Italia e Europa dall’alto della sua illimitata potenza. Per presentare questa importante partita, la redazione di Lalaziosiamonoi ha voluto contattare proprio uno dei protagonisti della squadra che strappò il tricolore ai bianconeri nella stagione 1999-2000: Marco Ballotta. Il portiere (alla Lazio dal 1997-2000 e dal 2005-2008), che si rese protagonista in un match indimenticabile a Torino contro una Juve che viaggiava solitaria verso la conquista dello scudetto, è entrato di diritto nella storia laziale. Le sue parate, insieme alla prodezza di un Diego Pablo Simeone formato scudetto, portarono la Lazio a tre punti dalla capolista. Un segnale importante che fece tremare le gambe alla forte compagine torinese di quella stagione, che finì per capitolare nella storica, onesta ultima giornata di campionato contro il Perugia di Calori e Materazzi.

Sembra un po’ una di quelle partite che giocavamo noi all’epoca :una sfida tra le prime della classe”, esordisce l’ex estremo difensore laziale,” Penso che giustamente sia una gara molto sentita. la gara di questa sera sarà una partita bellissima da giocare per i protagonisti in campo, un match che non ha bisogno di presentazioni”. L’1 aprile al Delle Alpi la sua Lazio giocò una partita destinata ad entrare nella storia, quel Juventus – Lazio terminato sul risultato di 0 a 1 fu proprio  la madre di tutte le partite. Dopo la rete di Simeone , Ballotta fu chiamato a intervenire per ben due volte su uno scatenato Del Piero. I salvataggi del portiere bolognese sono ancora impressi nei cuori dei sostenitori biancocelesti e nella mente del portiere:” Ho dei bei ricordi perchè è finita nella maniera migliore per noi. In quel match riuscimmo a dimostrare tutta la nostra forza. Con la squadra che avevamo meritavamo di vincere lo scudetto”.

La corazzata biancoceleste di Eriksson faceva davvero paura. Non a caso poche settimane fa, un autorevole protagonista del calcio internazionale come Alex Ferguson, ha parlato della Lazio di quegli  anni come del team più forte del mondo. Un’idea condivisa dall’ex numero 32 laziale:” Quella era una squadra fortissima. Avevamo tanti campioni in tutti i reparti. Purtroppo prima di vincere lo scudetto lo sfiorammo nella stagione precedente. Avevamo tante partite da giocare quell’anno, quindi capitò che non riuscimmo a portare a casa tutte le competizioni a cui partecipammo. Fu un peccato, vincemmo “solo” la Coppa Italia. L’anno dopo il match di Perugia ci donò quello che ci spettava. Capimmo che per vincere i campionati a Roma devi essere molto più forte delle squadre di Torino e Milano”.

PRESTO PER PARLARE DI SFIDA-SCUDETTO – Questa sera si sfideranno  le due capoliste del torneo ma guai a parlare di partita decisiva. Così come hanno detto durante questa settimana di attesa, Ledesma prima e Reja poi, anche Ballotta non crede che la gara dell’ Olimpico sia già determinate nell’economia della corsa al titolo:” Siamo all’inizio del campionato e una battuta di arresto per entrambe le squadre non determinerà nulla”. Il consiglio di chi ha giocato dozzine di match di cartello non può che essere relativo alla concentrazione che la sua ex-squadra dovrà mettere in campo:”Sarà fondamentale sbagliare poco. Vincerà la squadra che terrà alto il ritmo e sosterrà il ritmo della partita stessa”.  Le ambizioni della squadra di Reja sono alte. Il progetto biancoceleste è importante almeno quanto quella bianconero,  ma la mancanza di impegni europei per la Juve di Conte alla lunga  potrebbe essere un grande vantaggio, parola di Marco  Ballotta:” Penso che la Juve sia favorita nella corsa al titolo  perché riesce a preparare tute le partite nella maniera migliore. Può dedicarsi totalmente al campionato senza distrazioni”.

MARCHETTI – BUFFON: LA SFIDA NELLA SFIDA – La partita dell’Olimpico non sarà solo un match tra due forti squadre. Questa sera sul campo capitolino si assisterà ad una sfida nella sfida: quella tra Buffon e Marchetti. Per Ballotta sarà una battaglia tra il presente ed il futuro: ”Buffon e Marchetti sono due ottimi portieri. Il primo è ritornato in campo dopo una stagione vissuta in tribuna a Cagliari e, dopo essersi scrollato di dosso un po’ di ruggine, è tornato ai suoi livelli. Buffon è ancora numero 1 , poi non stiamo a guardare se ogni tanto può sbagliare, rimane sempre il più forte. Il portiere laziale ha tutto per essere il numero uno italiano, gli manca solo il tempo”.

In attesa di riconquistare la fiducia di Prandelli Marchetti sta dimostrando tutta la sua abilità. Purtroppo l’avventura sudafricana nel Mondiale 2010, secondo Ballotta, ha un pò ritardato l’ascesa del dell’estremo difensore biancoceleste. Il match con la Slovacchia che sancì l’eliminazione dell’Italia di Lippi dalla manifestazione non fu una partita ricordare per l’ex porteire del Cagliari:”Marchetti forse è stato lanciato nella mischia troppo presto. Il match con la Slovacchia lo ha visto un po’ patire l’ emozione. Non gli è stato dato il tempo di crescere ma il futuro sarà suo“, parola di Marco Ballotta..

[Alessandro De DilectisFonte: www.lalaziosiamonoi.it]