Bari: game over

222

In breve: un Bari tonico e pimpante punito dal gol di Pellissier su dormita colossale di Rossi e riportato sulla retta via dalla rete di Ghezzal su rigore. Poi, dopo appena cinque minuti dall’inizio della ripresa, l’errore sciagurato di Almiron (in comunione con Codrea) che regala il gol del vantaggio al Chievo, sin a quel momento spettatore non pagante di un match in cui riesce a segnare anche due volte. Il resto, buio pesto, condito da cori ed inviti poco edificanti nei confronti della società Matarrese e la squadra, senza pietà per nessuno.

In fondo, non poteva e doveva essere questa la partita del rilancio. A meno nove gare dalla fine e, soprattutto, con un ritardo notevole di ben 12 punti dalla quart’ultima piazza, era stupido e superfluo illudersi che, il collettivo biancorosso, con una vittoria ai danni della squadra veneta, avrebbe potuto riaprire il suo campionato, gettato alle ortiche ben prima della sfida di questo pomeriggio. Una retrocessione che si avvicina a falcate terrificanti, rallentata solo dalla matematica. La realtà, però, recita di un Bari già in serie cadetta, che mostra tutta la sua fragilità psico-fisica in quei due errori che hanno regalato il successo ai ragazzi di mister Pioli.

Che sarà ora di questa creatura? Domanda spontanea, legittima, che non trova ancora un’adeguata risposta. Il pubblico del San Nicola, e non solo quello, schierato tutto dalla stessa parte. Fischi per tutti, soprattutto per la proprietà, borbandata di cori ed inviti a lasciare il passo e il timone a nuovi e motivati imprenditori. Ad oggi, nonostate la situazione sia completamente precipitata, non si capiscono ancora i piani della società biancorossa, apparentemente pronta a lasciare ma, praticamente, lontana dal farlo.

Alla piazza biancorossa non resta che piangere e rimpiangere ciò che è stato e non si è riusciti a riproporre. Una squadra martoriata da infortuni, mancanze e buona dose di poca voglia. L’unica grazia a che si chiede alla famiglia padrone, è quella di decide in fretta (lo avrebbe già dovuto fare) quello che sarà il destino di questa creatura e, soprattutto, quello che sarà l’impegno nei suoi confronti. Cercare, tramite i giornali, nuovi soci o possibili acquirenti, non è cosa saggia da fare, soprattutto perchè, gli interessati, non riescono neppure a capire che investimenti dover eventualmente affrontare per rilevare la società.

Adesso, c’è da starne certi, altri giorni di assoluto silenzio. Nessuno prenderà la parola, nessuno dirà quello che succederà nei prossimi mesi. Nel frattempo, un trascinarsi a fatica verso il traguardo, ultimi e quasi doppiati, per mettere la parola fine a questo incubo. Bari, il Bari, non avrebbe meritato questo scempio. La piazza vuole fare calcio, vuole vivere di esso. A chi no sta bene questo, che faccia un consistente passo indietro. Bari non merita questo destino.

[Andrea DipaloFonte: www.tuttobari.com]