Bari: ripartire si può, si deve!

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Nel day-after di Inter-Bari sono tanti,forse troppi, i punti su cui mister Ventura deve riflettere. La pesante sconfitta rimediata al San Siro ha mostrato un Bari, che ha fatto forse due passi indietro rispetto al suo standard. Di certo non sempre si può fare appello all’evento da sliding-door, ovvero il palo di Almiron, e all’adattamento forzato a ricoprire il ruolo da terzino destro da parte di Nico Pulzetti. Sarebbero alibi, forse troppo opportuni, per giustificare un ko strameritato.

Contro i nerazzurri, gli uomini di Ventura hanno svolto pochissimi e rapidi fraseggi che tutta la platea biancorossa riconosce e apprezza. E’ vero, però, che rispetto ad un anno fa (Inter-Bari del 2009), i padroni di casa erano con uno Sneijder ed un Pandev in più ed una coppa dalle grandi orecchie in più nella propria bacheca, ma i giocatori del Bari non hanno realmente mostrato quella buona e giusta spavalderia per affrontare i campioni (d’Italia e d’Europa, ndr). Il bello di queste sfide è che la squadra più debole debba mostrare pienamente il suo valore e mettere in seria difficoltà l’avversario più forte. Il risultato, poi, resta in secondo piano. Ma, ahinoi, al San Siro tutto questo non si è visto.

Nonostante la notevole caratura del reparto mediano interista, gli uomini del galletto non hanno mai mostrato interesse nello strappare il pallino del gioco dai ragazzi di mister Benitez. Poche aperture vibranti sugli esterni, pochissime accelerazioni dei centrocampisti centrali per spaccare in due la squadra avversaria. Sarà stato il timore o la troppa presunzione.. chi lo sa? Mister Ventura, saggiamente, ha punzecchiato a dovere la squadra per la brutta prova. Lo ha fatto infuriandosi dinanzi a loro nello spogliatoio, lo ha fatto con toni più pacati davanti a taccuini, telecamere e microfoni.

Sono tanti gli insegnamenti che i biancorossi devono apprendere, e anche in fretta, da questa sconfitta. In Serie A, si sa, non si campa di soli elogi ed una sconfitta può far cambiare rapidamente i giudizi, così come il vento. Per il Bari, domenica, c’è una nuova partita da affrontare, contro una squadra che è seconda, e non per caso, in classifica: il Brescia. Battere in casa Palermo e Roma, nonchè espugnare il Bentegodi, non è roba da poco per la new-entry del campionato, guidata da Iachini.

Servirà la giusta umiltà e cattiveria agonistica che i tifosi del galletto conoscono e che ieri sera non hanno pienamente visto. Servirà tornare a predicare il solito calcio fatto di corsa e palla a terra. Serve la giusta voglia per arginare la qualità di Eder, Diamanti e Caracciolo: giocatori non da prima classe, ma sempre in grado di rompere gli equilibri di una partita. Questa volta, però, non basterà il solito motto ‘se vogliamo, possiamo’, ma occorrerà scendere in campo con un solo obiettivo: ripartire si può, anzi si deve!

[Gaetano Nacci – Fonte: www.tuttobari.com]