Barreto come mai in passato: “Ecco le mie verità, su tutto”

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E’ da poco andato via, anche se, la sua mancanza, si è avvertita ben prima del suo passaggio definitivo all’Udinese. Stiamo parlando dell’ex attaccante del Bari, Poulo Vitor Barreto, ceduto dal club biancorosso per motivi di bilancio, e non solo, alla squadra che lo portò in Italia per poi, successivamente, trasferirlo in Puglia in comproprietà.

E’ tornato ha parlare la punta verdeoro, e lo ha fatto a tutto tondo, dichiarando e confessando le sue verità su tutto, proprio tutto. Ecco, di seguito, l’intervista apparsa sulle colonne di Quotidianodibari.it:

Vitor, come va la vita? “Abbastanza bene. Finalmente credo di poter dire di essere guarito. Fino al 13 giugno ho lavorato in palestra, poi ho staccato la spina per due settimane ed oggi (ieri, ndr) inizio a fare allenamento sul campo. Per fortuna il dolore è sparito“.

Tre anni in biancorosso, cosa hai messo nella valigia? Due stagioni bellissime ed una in cui non ho potuto dare il mio contributo alla causa. Per il resto, a Bari ho vissuto bene ed ho conosciuto delle persone importanti. È stata una grande esperienza, che sono contento di aver fatto e che di sicuro rifarei”.

Il goal più bello? “Non saprei, forse quello segnato a Napoli nella passata stagione. Un grande lancio di Bonucci, stop in corsa col destro e pallonetto col sinistro a beffare De Sanctis. Davvero un bel goal”.

Per Barreto meglio Conte o Ventura? “Sono due allenatori molto simili. Almeno per quanto concerne il modo di far giocare le loro squadre. Bravissimi entrambi. Uno più grintoso, l’altro più tranquillo. Se però dovessi scegliere, direi Ventura. A lui mi sento più legato”.

Quanto ti hanno fatto male le incomprensioni nate tra te e la tifoseria biancorossa? “Molto. E sono davvero dispiaciuto. Dopo quello che è successo a gennaio (la trattativa ‘last minute’ con la Fiorentina, ndr) molta gente ha pensato che non avevo più voglia di giocare nel Bari, ma sono solo fesserie. Il mio lavoro è quello giocare al calcio e se veramente non avessi avuto più voglia di scendere in campo sarebbe stato meglio appendere le scarpe al chiodo. Ero infortunato, ma in pochi mi hanno creduto”.

In questi mesi hai parlato poco e forse molte cose non sono state chiarite a dovere. Ad esempio, ci sono delle colpe specifiche che hanno portato alla tua ricaduta? “Questo è sicuro. Il Dottor Pizzolorusso è bravo, ma purtroppo non è uno che parla tanto, né tanto meno uno che riesce ad imporsi. Lui sapeva che non ero ancora pronto per giocare e mi diceva anche di non forzare, ma qualcuno dello staff di Ventura diceva il contrario, il parere di questa persona ha avuto la meglio ed alla fine abbiamo visto tutti com’è andata. Le colpe ci sono, ma non sono del dottore.”

Un’altra faccenda ancora poco chiara è quella riguardante la tua mancata firma sull’accordo ‘spalmastipendi’. Com’è andata? “Sotto questo punto di vista non credo di dover chiarire niente. Avevo un contratto con la società e fino a prova contraria mi hanno insegnato che i contratti si rispettano. Tra l’altro parliamo di un accordo economico siglato pochi mesi fa, non il secolo scorso. La società avrebbe dovuto farsi due conti ed eventualmente proporre a me e ad altri giocatori delle cifre diverse. Se le cose sono andate diversamente, non sono problemi miei. Non ho chiesto niente di più rispetto a quello che mi spettava.”

In generale, che idea ti sei fatto della crisi economica che ha colpito il Bari? “Nessuna idea. Non so come vengono gestite le casse della società e non so quanti soldi ci siano dentro. I fatti dicono che lo scorso mercato è stato fatto con il soldi delle cessioni di Bonucci e Meggiorini, quindi non credo che nessuno abbia messo mano al portafogli. Sempre i fatti dicono che a gennaio sono arrivati a Bari sette giocatori con i relativi ingaggi e cinque di questi non hanno quasi mai giocato. Credo che una squadra senza soldi avrebbe agito in maniera diversa”.

Fiorentina e Cagliari sono sempre sulle tue tracce. Ma non è che alla fine resti ad Udine? Con l’Udinese non ho ancora parlato, ma credo sia un’ipotesi piuttosto remota. Forse nel corso di questa settimana riusciremo a saperne di più”.

C’è più di una voce che ti vorrebbe all’estero… “Voci veritiere. C’è una squadra russa che s’è fatta sotto in maniera importante. È l’Anzhi Makhachkala. Hanno un progetto importante e sarebbe un’esperienza nuova ed entusiasmante. Fino ad oggi ho giocato sempre in Italia, voglio confrontarmi con una realtà diversa. È da parecchi anni che mi cercano, credo sia arrivato il momento di fare questo matrimonio. Qualcuno dirà che vado lì per soldi, ma se fosse stato per quello avrei ceduto alle loro lusinghe già da tempo. Invece è una questione di coraggio. Adesso ce l’ho”.

L’Anzhi è la squadra di Roberto Carlos. Hai visto l’episodio della banana che gli hanno lanciato contro durante una delle ultime partite? “Ho visto e sono rimasto sconcertato. Siamo nel 2011 e certe cose sono davvero brutte. Dovrebbero prendere dei provvedimenti importanti contro certa gente. In ogni caso, fosse successo a me probabilmente l’avrei mangiata. Per quegli idioti sarebbe stato davvero uno smacco”.

[Andrea Dipalo – Fonte: www.tuttobari.com]