Bellotto: “Speravo che Samp mi chiamasse. Niente tabelle. Correre su se stessi e sull’avversario”

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Pensiamo ad un vero Sampdoriano nel mondo del calcio, a qualcuno che senta davvero addosso i nostri colori.

Ci possono essere varie persone che rispondono a tali requisiti, tra queste sicuramente tutti avranno subito pensato a Gianfranco Bellotto, che ha conosciuto, apprezzato e si è fatto amare dai tifosi doriani sia come giocatore, sia come allenatore nella drammatica stagione 2001 – 2002, conclusa con una salvezza conquistata a Vicenza alla penultima giornata.

Per rivivere quei momenti e analizzare il delicatissimo periodo attraversato dall’attuale compagine blucerchiata, Sampdorianews.net ha avuto il piacere di contattare in esclusiva Gianfranco Bellotto in un’intervista dove sincerità, tifo e i veri valori del calcio emergono con naturalezza e passione:

“Devo essere sincero, speravo che la Sampdoria mi chiamasse per raggiungere l’obiettivo salvezza, perché ne avevo raggiunta una ancora più difficile nel 2002, conosco l’ambiente e ho fatto la categoria, ma nessuno mi ha contattato, qualcuno nei media ha fatto anche il mio nome, ma non c’è stato altro, dispiace perché avrei dato il mio contributo significativo per la salvezza. La situazione attuale non è rosea, ma non bruttissima come in tanti sostengono, credo che la Sampdoria possa ancora salvarsi facendo punti nei prossimi scontri diretti, certo sarebbe stato utile almeno pareggiare con il Parma, ora si va a Verona e l’importante sarà non perdere, se si uscisse imbattuti dal Bentegodi, allora la Samp avrà tante possibilità di farcela.

Come si può uscire da una situazione simile? Sembra paradossale, ma ne esce portando entusiasmo, credendo nei propri valori e nel gruppo, lasciandosi alle spalle tutte le cose negative, tutto l’ambiente è chiamato a dare un contributo indispensabile. La lettera contro il Messina nel 2002? I tifosi hanno un ruolo importantissimo, quotidiano, si gioca per loro, per i colori, è fondamentale il dialogo con la tifoseria, quella lettera resta tutti i giorni nel cuore e nella testa, difficilmente si può trovare in circolazione una Gradinata come quella della Sampdoria, capace di restare unita a prescindere dalle situazioni e dagli eventi, è un connubio continuativo.

Ora non servono tante altre parole, ma soltanto grande credibilità nel gruppo. Ognuno vede e vive le cose a modo proprio, io sono una persona che non si commuove facilmente, ma i tifosi sampdoriani mi hanno commosso dal primo girono, mi hanno trasmesso delle emozioni mai provate nella vita, questi colori mi sono rimasti nel cuore. Nella vita di tutti i giorni sono freddo in tante circostanze, invece quando guardo la maglia della Sampdoria beh….quei colori mi hanno cambiato il mio modo di vivere.

Esistono stagioni nelle quali basta trovare l’annata giusta degli attaccanti e la squadra fa punti in classifica. Nel 2002 eravamo Flachi dipendenti, ci trovammo in una situazione anomala, a mio parere la squadra era fortissima, ma sono arrivato con la Samp ultima in classifica a 4 punti dalla penultima, avevo riscontrato delle difficoltà ad essere un gruppo, la squadra non era concreta, forse tanti si sentivano tanto bravi, ma in campo non riuscivano a dare un contributo significativo alla causa doriana e, quando ciò succede, ci si presenta fragili e la situazione diventa pericolosa, ci trovammo ad affrontare le ultime sette – otto partite con il dovere di non sbagliarne nemmeno una.

Ora bisogna tirare fuori il massimo, e secondo me è più facile rispetto al 2002. Non bisogna fare né conti, né tabelle, né riferimenti agli altri, ma esclusivamente correre su se stessi e sull’avversario della domenica: se si acquisisce questa mentalità, non ci saranno problemi, non voglio nemmeno prendere in considerazione che la Sampdoria possa andare incontro a qualcosa di spiacevole.

Domenica sarò presente al Bentegodi a tifare Sampdoria, non posso mancare alla partita della squadra, quei colori hanno cambiato il mio modo di vivere, in questa stagione è la prima volta che la vedrò dal vivo, in tante occasioni l’ho seguita in tv. Speriamo di portare bene, anche se poi in fondo la scaramanzia fa parte di tutti gli sport. Se dai il cuore e il massimo, si ottiene sempre qualcosa di positivo”.

[Diego Anelli – Fonte: www.sampdorianews.net]