Benitez e i dubbi tattici: due soluzioni per tornare al top

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E’ vero. Gli esami, nella vita non finiscono mai. E Rafa Benitez, che non a caso viene chiamato Professore, lo sa. La sua Inter sta attraversando una fase di passaggio ed è chiaro che non si può avere il miglior gioco e la migliore predisposizione tattica. Come dice lui stesso, ci vuole tempo. Innanzitutto lo spagnolo continuerà a lavorare sulla testa e sul fisico dei suoi, giacché l’inflessione in fatto di prestazioni è figlia di una condizione fisica ancora tutta da ritrovare.

Riacquisita quest’ultima, Rafa inculcherà alla squadra il suo credo ed il progressivo passaggio dal 4-2-3-1 di stampo mourinhano a due altre soluzioni tattiche: un 4-4-2 a rombo ed un 4-3-3. Il primo modulo venne utilizzato da Josè Mourinho la scorsa stagione, soprattutto nella prima parte, con Sneijder che giocava a ridosso di due punte, Eto’o e Milito, ai quali, da gennaio, si aggiunse anche Goran Pandev. L’Inter aveva nella forza del centrocampo e nella spinta solita di Maicon, la sua forza, sfruttando anche la bravura di Sneijder tra le linee, pronto ad inserirsi e fare gol oppure fornendo interessanti palloni alle punte. Lo Special One, con l’arrivo del macedone dalla Lazio, cominciò a ponderare l’idea che l’Inter potesse supportare non 3, ma addirittura 4 giocatori offensivi.

La squadra era matura e la partita di Londra, contro il Chelsea, ne fu la prova: Inter corta, determinata che vince allo Stamford Bridge non solo grazie alla corsa ed alla fisicità che possiede, ma anche grazie al bel gioco, ad uno Sneijder semplicemente straordinario, ad una fase d’attacco simbiotica con quella difensiva (basti vedere un recupero di Eto’o, che sradica il pallone dai piedi di Drogba) ed un’ Inter che da quel momento in poi farà sua questa concezione di calcio, che la porterà ad essere sovrana in Italia ed a scalare la vetta europea sino a porgere il suo vessillo in cima. Il sistema trovato da Josè Mourinho sfruttava al meglio le caratteristiche fisiche e tecniche dei sui campioni: sfruttava la velocità e il cuore da centrocampista di Eto’o e Pandev, letali davanti ma anche bravi dietro in fase di recupero. La classe di Sneijder abile nel lavoro di raccordo tra i reparti e Diego Milito, goleador infallibile, ma anche intelligente nel giocare per la squadra e nel ripiegamento. Mou aveva, inoltre, sfruttato, non solo l’onda dell’entusiasmo verso il possibile triplete , ma anche l’esponenziale crescita fisica nerazzurra, il vero e proprio problema dell’Inter odierna.

Non appena ritrovata questa condizione fisica, Rafa apporterà i suoi cambiamenti: il ritorno al 4-3-1-2 significa essere più pericolosi là davanti, con Eto’o e Milito chiamati a mettere in crisi le difese avversarie, allo stesso momento. Un centrocampo più muscolare ed allo stesso tempo che sappia trattare il pallone, in nome del possesso di palla tanto caro a Rafa, con Thiago Motta e Cambiasso, e capitan Zanetti a pendolare tra la fascia sinistra e la linea mediana. Dejan Stankovic sarà sempre pronto a tornare utile con il suo dinamismo. Biabiany, Coutinho e Goran Pandev sono pronti a subentrare, ed in caso a trasformare il tutto in 4-3-3.

Il tridente è la seconda opzione tattica dell’ex tecnico di Valencia e Liverpool. Davanti si potrebbe schierare Eto’o, Milito e Sneijder, ma anche Pandev, spostando l’olandese a centrocampo, in una maniera tattica molto simile al 4-2-3-1, ma con i dettami completamente diversi. Il talento olandese sarebbe chiamato a fare lavoro di raccordo tra centrocampo ed attacco, anche se sappiamo bene che gli piace essere più libero dal punto di vista tattico e svariare su tutta la trequarti. Altro punto in agenda di Rafa è la difesa alta, ancora da registrare, nei movimenti e nell’intesa. Ma come lui stesso ama dire, chi vuole sempre tempo.

Benitez dunque lavora per la sua Inter e per il futuro di questa squadra che vuole essere protagonista, in Italia ed in Europa e per questo ci vuole forse un cambio tattico radicale rispetto al passato, anche se ciò significherebbe cancellare il vincente passato.

[Alberto Casavecchia – Fonte: www.fcinternews.it]