Bologna, Tarozzi: “La stagione rispecchia dunque il valore della squadra”

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Con il sipario sul campionato calato  tre giorni fa è tempo di bilanci sulla stagione del Bologna, in attesa che il mercato  disegni il nuovo volto della squadra rossoblù. ZO ha fatto il punto della situazione con il giornalista Marco Tarozzi.

Il Bologna ha chiuso la stagione al 13° posto con 44 punti. É un risultato che rispecchia il vero valore della squadra? “Penso di sì. I numeri dicono che da un lato c’è stato un passo indietro rispetto alla scorsa stagione, che si era chiusa con 7 punti in più in classifica e sono emerse alcune lacune: molte cose sono cambiate, l’attacco è andato meglio della difesa, che ha evidenziato qualche problema. Dall’altro lato, però, non si può dire che la squadra abbia particolarmente sofferto. In particolare nella seconda parte della stagione non è mai sembrato che la salvezza fosse in dubbio, al di là del fatto che l’aritmetica è arrivata a poche giornate dalla fine. La stagione rispecchia dunque il valore della squadra, con qualcosa di meno rispetto allo scorso anno,  e questo può essere un campanello d’allarme: bisogna evitare che il trend continui ad essere questo”.

Cosa è mancato per arrivare ai 51 punti dello scorso anno? Tutta colpa di un girone d’andata in cui il Bologna, ancora, non aveva ingranato? “Colpa di quello, e a mio avvisto anche del fatto che in trasferta la squadra non ha mostrato lo stesso carattere evidenziato al Dall’Ara. Fuori casa sono arrivate diverse sconfitte, in trasferta il Bologna ha perso molto del suo passo e questa differenza di risultati tra le gare in casa e in trasferta è stato piuttosto significativo”.

Secondo te è possibile un paragone tra il Pioli del primo anno a Bologna e quello della seconda stagione? Meglio il Pioli-uno o il Pioli-due? “Ha fatto comunque un buon lavoro. Bologna è una piazza che tende a esaltarsi dopo due vittorie e a deprimersi dopo due sconfitte, ma se il traguardo era mantenere la serie A, sia l’anno scorso che quest’anno l’obiettivo è stato raggiunto. In questa stagione, nonostante la tranquillità non sia mai mancata soprattutto nella seconda parte, un passettino indietro è stato fatto: lo dicono i numeri e la classifica. Qualcosa, evidentemente, è mancato e probabilmente, anche se non è stata una scelta del tecnico, scardinare di colpo la spina dorsale della squadra ha inciso”.

Qual è stato il giocatore rivelazione e quello dal quale, invece, ti aspettavi di più? “Apprezzo particolarmente Kone e non mi aspettavo una simile stagione. Non è stato sempre continuo e forse il ‘fenomeno’ si è un po’ affievolito, ma ritengo che la rivelazione sia lui, con i suoi gol e un bel passo avanti. Krhin, invece, è il giocatore che, per quanto può dare tecnicamente ancora non mi convince del tutto: ha potenzialità notevoli rispetto a quanto ha fatto vedere finora a Bologna”.

Ti aspetti che anche Taider diventi un uomo mercato? “Mi aspetto che lo cerchino. Ha fatto una stagione tale per cui ci sarà qualcuno che busserà alla porta del Bologna”.

Il futuro di Perez è ancora da definire. In caso di addio sarebbe più colpa della società, accusata da qualcuno di non essersi mossa per tempo, o del giocatore, che è partito per le vacanze senza dare una risposta al club? “Le versioni che circolano su quanto successo sono diverse. Bisogna tenere anche contro dell’anagrafe del giocatore, per cui se l’offerta è effettivamente quella di cui si parla, tutto sommato non è neppure così sbagliata. Se così è, la società potrebbe anche essersi mossa bene, resta il fatto che quest’anno Perez ha dimostrato di essere più determinante che mai le volte in cui ha giocato: ce lo si può aspettare determinante per una ventina di partite e bisogna calcolare anche questo. In queste partite lui è sempre più determinante per le sorti del Bologna”.

Ultimamente sono emerse frizioni tra Juventus e Bologna reo, secondo i bianconeri, di non aver valorizzato abbastanza alcuni propri giocatori. Per il Bologna una collaborazione con i grandi club è davvero necessaria? Si riuscirà mai a fare ‘da soli’? “Per il Bologna, ma non solo e particolare in tempi di crisi, sarebbe importante lavorare bene sul settore giovanile e poter contare su quello. Certi risultati non si ottengono, ovviamente, dall’oggi al domani ma la strada da seguire è quella. Vale per il Bologna e in senso generale: lavorare bene sul vivaio è tutto di guadagnato”.

Dalle ultime dichiarazioni sembrano un po’ in aumento le possibilità che Diamanti resti. É anche la tua sensazione o pensi che alla fine se ne andrà? “Penso che le chance siano in aumento anche perché lui stesso ha dimostrato di mettere davanti i suoi principi e la sua voglia di giocare rispetto a certi vantaggi economici. Avrebbe da guadagnare nel restare a Bologna, perché in Nazionale è arrivato grazie a una realtà come quella rossoblù, dove gioca e dove, per non essere impiegato, deve essere davvero nelle condizioni di non poter scendere in campo: penso che di queste cose lui tenga conto. Dall’altra parte potrebbe avere una grande occasione, ma essere in una realtà dove è ben voluto e dove è una pedina insostituibile lo può avvantaggiare da tanti punti di vista. Potrebbero esserci possibilità concrete che rimanga, la volontà del giocatore è importante e ritengo che queste valutazioni Diamanti le stia facendo: se così non fosse gli consiglierei di farle. Andare in una grande squadra può rappresentare l’occasione della vita, ma poi quanto giocherebbe? Questi aspetti uno come Diamanti li deve valutare”.

Non dovrebbero esserci molti dubbi, invece, sulla conferma di Gilardino. Cosa dovrebbe fare il Bologna per valorizzarlo ancora di più? “Mettendogli intorno giocatori che possano fargli arrivare palloni per il tipo di gioco che lui ha. É stato un problema che spesso si è avuto, nonostante abbia segnato 13 reti, si sia andato a prendere palloni giocabili e abbia mostrato la vitalità di un giovane partecipando alla manovra. Bisognerebbe sfruttare le sue caratteristiche di finalizzatore senza farlo ‘scoppiare’ esageratamente durante la partita e costringerlo a cercarsi occasioni nel corso della gara, seppure quest’anno abbia mostrato un grande spirito di sacrificio”.

[Cinzia Saccomanni – Fonte: www.zerocinquantuno.it]