Bologna, W. Fuochi: “Tranquilli, ma senza alzare la testa dal manubrio”

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Domenica scorsa serviva una vittoria contro il Catania per dare ancora più sicurezza alla classifica e puntuali sono arrivati i tre punti. Vista proprio la classifica, il numero delle squadre che sono sotto e i punti di vantaggio dalla terzultima, quanto ha senso continuare a parlare ancora di lotta salvezza? Ha senso, perchè abbiamo visto storie inenarrabili, che non vorremmo mai vedersi ripetere. Nel calcio dei tre punti non c’è più nessuna distanza di sicurezza. Lo si vede ogni anno nella lotta per lo scudetto, e lo si è visto, dolorosamente, pure qui, alcuni anni fa. E’ vero però che stavolta c’è un Bologna che non dovrebbe farsi cogliere da sindromi di appagamento, come accadde ad altre sue sorelle vicine e lontane. Si appagano, di solito, o scoppiano, squadre di età media elevata. Non è il nostro caso, quest’anno. Un Bologna di giocatori che hanno tanto da chiedere alle proprie carriere non avrà nessun interesse ad ammosciarsi. Poi, quel che conta sono i risultati, lo sappiamo. Ma, anche qui, il gruppo dà sufficienti garanzie. Insomma, starei tranquillo, ma non alzerei mai le mani dal manubrio.

Il Bologna ha tra l’altro dimostrato di saper essere squadra “di lotta” dopo aver dimostrato in precedenti occasioni di saper essere anche “di governo”. Delle due, qual è la caratteristica migliore di questa squadra?
Sono d’accordo, è sia di lotta che di governo. Col Catania s’è vista una fisicità che non pensavamo così sviluppata. Poi, qualcuno s’è pure ammaccato, ma sono stati i catanesi a spezzarsi peggio.

Domenica prossima ci sarà l’impegno con la Sampdoria. Il Bologna ci arriverà decimato da infortuni e squalifiche, ma di fronte avrà una squadra tutt’altro che in salute. Innanzitutto: c’è il rischio di prendere sotto gamba la partita proprio per la situazione degli avversari? No, è difficile, soprattutto fuori casa, prendere sotto gamba chicchessia. La Samp avrà più ansie, l’hanno molto amputata, credo pensando di non rischiare, e oggi hanno scoperto che rischiano. Brutto affare: difatti, c’è molto scollamento in queste ore fra società e tifosi, Il Bologna potrebbe capitalizzare la voglia di mettersi in luce di quelli che giocano meno. Le assenze di parecchi titolari apriranno diversi varchi, anche se è ovvio che inventarsi un assetto nuovo non è mai agevole.

Conviene provare ad affondare subito il colpo per mettere ancora più pressioni ai doriani, rischiando però inevitabilmente un po’ di più, o conviene invece aspettare con calma il momento giusto per colpire? In teoria, sarebbe bene capire, dai primi venti minuti, che aria tira in campo, soprattutto che spinta ci metteranno gli altri. Ma sono piani disegnati a tavolino. Il calcio corre e, se pensa, lo fa appunto ad alta velocità. Conterà ciò che la squadra si sente di fare. Se crede di poter imporre gioco, farà bene a provarci subito.

Questo è il mese in cui si inizierà a parlare dei rinnovi contrattuali. E’ già il momento giusto per affrontare anche il prosieguo del rapporto con Malesani o nel caso del tecnico sarebbe opportuno aspettare ancora un po’?
Dipende dalla convinzione. Se in società pensano che Malesani sia l’uomo giusto, lo firmino. Se non sono convinti, lo ringrazino e puntino altrove. Con chiarezza. Più che firme, servono decisioni, in questo momento della stagione. Possibilmente convinte. Sennò, finisce spesso che tieni quello che hai, ci credi il giusto e alla quinta giornata dell’anno dopo lo cambi. Ma è così tutto il calcio, non solo Bologna.

E nel caso del ds Carmine Longo quale potrebbe essere il momento giusto per prolungare, eventualmente, il matrimonio? Stesso discorso. Se sei convinto che è il tuo uomo, lo firmi subito. E, in questo caso, sarebbe pure più importante. Perchè coi giocatori che intendi prendere si comincia a scrivere qualcosina già adesso. O, dopo, si arriva lunghi.

Dal punto di vista societario, potrebbero arrivare importanti novità a breve. Sinora l’ex presidente Alfredo Cazzola aveva sempre risposto “no” ad un suo possibile ritorno, ora invece sembra esserci uno spiraglio. Cosa potrebbe essere successo per avergli fatto cambiare idea, se davvero questa volta dirà sì?
Cazzola ha seguito molto da vicino il progetto Consorte, suo socio in Intermedia, quindi si può supporre che lo conosca bene, meglio di noi tutti. Se è tentato di entrarci, significa che lo giudica ponderato e non avventuroso. Già questo è un buon punto di partenza. Personalmente non ritenevo che Cazzola volesse ripresentarsi e, conoscendone la storia, mi pare che mai sia tornato sul luogo del delitto (o del diletto, come spesso gli è andata nella vita e nell’impresa). Stavolta pare voler fare uno strappo alla regola. Forse gli manca una vita adrenalinica, ora che sta soprattutto amministrando le sue proprietà. Forse vede, appunto, un progetto giusto per fare calcio, dopo che il suo, legato a Romilia, fu bocciato con ostilità che lui non ha tuttora assorbito e suturato. Vedremo se entrerà. Certo che Consorte s’è spinto parecchio avanti nello stendergli il tappeto rosso…

[Redazione Zero Cinquantuno – Fonte: www.zerocinquantuno.it]