Cesena: è ora di cambiare rotta

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Ci sono muscoli nello sport che non possono essere allenati in palestra, sul campo, in piscina o in sala pesi. Sono attributi che si devono costruire con la coesione del gruppo, con la determinazione, con la forza interiore: sono gli attributi che riguardano il carattere, la grinta, la ‘fame’ di successo che devono essere propri di ogni gruppo che debba lottare contro colossi più grandi. Se rapportiamo tutto questo al Cesena edizione autunno 2010, ecco che scopriamo il perchè l’euforia di inizio stagione appare oggi come un lontano ricordo.

Quell’inizio di campionato così sontuoso, con vittorie prestigiose e addirittura il primo posto in classifica “conteso” con l’Inter, hanno forse fatto salire a livelli troppo alti le attese, hanno suscitato speranze e sogni smisurati; ma tra questo e i tre schiaffoni presi dal Novara mercoledì sera, in mezzo non può esserci solo l’aver preso coscienza di non poter lottare per la qualificazione alla Champions.

E’ evidente che qualcosa si è infranto rispetto all’incantesimo delle prime partite. Ad un osservatore sicuramente poco esperto di calcio, schemi e tatticismi, il Cesena che è apparso nelle ultime uscite è una squadra senza mordente, incapace di tenere il passo fino alla fine, con alcuni settori del campo in preoccupante ritardo di condizione (in cabina di regia Appiah deve ancora trovare le leve di comando) e altri privi di forza (Bogdani in attacco spesso si trova isolato).

Ora, andare ad identificare con precisione le cause di questo dissesto è operazione complessa e che produrrebbe svariate versioni; molto più modestamente viene da pensare se e come si possa essere in grado di ridare fiducia, unità, spinta e ‘fame’ ad una squadra che può ancora giocarsi tutto, ma che non ha più tempo da perdere. Anche perchè il calendario che ci attende, non è generoso di opportunità per fare punteggio pieno, almeno nelle partite più prossime.

Non è questa la sede in cui determinare se la soluzione sia da ricercare in un cambio di timoniere o se per correggere la rotta dell’imbarcazione sia sufficiente lavorare sulla prua o sulla poppa. Quel che è certo, però, è che non possiamo più permetterci di vedere un equipaggio che a tratti sembra aver già ammainato le vele, poche miglia dopo essere salpato dal porto più prestigioso, senza aver neppure provato a raggiungere terra. Non se lo può permettere la squadra, non lo possono più sopportare i tifosi, che assieme al portiere Antonioli sono gli unici punti fissi e sempre presenti del Cesena visto fin qui.

Per i bianconeri è arrivato il momento di mostrare di avere gli attribuiti di cui sopra e di saperli usare.

[Marco Di Maio – Fonte: www.tuttocesena.it]