Europa League, Fiorentina-Juventus: la presentazione

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logo Europa LeagueÈ la sfida decisiva, lo scontro finale. È l’ultimo round. Fiorentina-Juventus, i 90′ conclusivi di una conflittualità mai come quest’anno ricca di episodi, è sopratutto gara da uomini forti. Per questo, la UEFA ha scelto Howard Webb (gli assistenti saranno Michael Mullarkey e Darren Cann, quarto uomo sarà Jake Collin, assistenti d’area Andre Marriner e Lee Mason) per dirigere la bollente gara del ‘Franchi’: non un fischietto qualsiasi, non un arbitro da occasione qualunque.

L’inglese, ex agente di Polizia, è tipo tosto, che sa farsi rispettare, stimatissimo, più che in patria, in campo internazionale. Qui, nel 2010, ha vissuto il suo “annus mirabilis”: il 22 maggio diresse la Finale di Champions che ha visto trionfare l’Inter e l’11 luglio quella del Mondiale con il successo della Spagna. Recentissimo, l’ultimo precedente con la Juventus: il 2-2 con il Real Madrid nella gara di ritorno del girone eliminatorio.

A segno in quell’occasione, come nell’andata contro la Fiorentina, Arturo Vidal, uomo forte per eccellenza. Soprattutto per come lotta sempre contro le voci di mercato: «Il mio nome è nei piani del Real, del Barcellona o del Manchester – ha affermato il cileno, durante un’intervista ad un’emittente del suo Paese – Penso solo al lavoro, alle gare, a dare tutto con la maglia della Juventus. Quando uno va con la testa altrove, finisce con l’allontanarsi dal calcio ed è ciò che esattamente non voglio. Voglio restare concentrato sulla Juventus: nulla mi deve distrarre». E di mercato, allora, parla solo a tinte bianconere: «Mi piacerebbe giocare con Sanchez, sempre: ci conosciamo sin da bambini, è un buon amico, già compagno nel Colo Colo. Se viene qui alla Juventus, col tempo, la Nazionale sarà più unita».

Chi la Nazionale la meriterebbe, ma quasi certamente dovrà solo guardarla giocare al Mondiale, è Carlitos Tevez, l’uomo duro più atteso domani. Perché torna in campo dopo due partite di assenza, durante le quali la Juve non a caso ha faticato a trovare la porta. Perché, poi, c’è un digiuno da spezzare, quello del gol europeo che dura dal 7 aprile 2009 (Manchester Unted-Porto 2-2). Da un tocco volante su assist di Rooney all’incredibile silenzio per quasi 5 anni: paradossale, per un attaccante del suo calibro, che nei campionati non ha mai smesso di segnare. Finora, per lui, 15 reti, con la prima marcatura in Supercoppa. Domani, i tifosi attendono la sedicesima.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.eu]