Europa League, Zenit-Torino 2-0: l’analisi del match

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logo Europa LeagueDue episodi hanno condizionato la partita del Torino a San Pietroburgo ed entrambi hanno come protagonista in negativo Benassi: due gialli evitabili che hanno fatto uscire anzitempo dalla partita il centrocampista granata lasciando la squadra in dieci dal ventisettesimo. Concedere un uomo in più allo Zenit è stato fatale per il Torino che già aveva difficoltà a costruire la manovra offensiva, ma che si difendeva con ordine e riusciva a chiudere gli spazi rendendo non semplicissimo ai russi avvicinarsi all’aerea di Padelli. Al 12’ Benassi per un fallo su Hulk, trattenuta evidente, ha preso la prima ammonizione. L’errore del giocatore è stato tentare un dribbling e non scaricare la palla su El Kaddouri, sbagliando la giocata ha favorito l’avversario e poi è stato costretto a fermarlo fallosamente per impedirgli di ripartire in contropiede. Al 27’ il secondo fallo questa volta su Witsel e conseguente secondo cartellino giallo ed espulsione per doppia ammonizione. Errore doppiamente grave da parte di Benassi in quest’occasione perché prima di tutto era già ammonito e poi il Torino era in fase offensiva e quindi il centrocampista poteva benissimo evitare l’intervento in scivolata che è terminato con il suo piede sulla tibia del calciatore dello Zenit. L’espulsione di Benassi ha costretto Ventura a togliere Martinez e a mandare in campo Vives così tutto il peso dell’attacco è finito sulle spalle di Quagliarella che ha potuto far ben poco perché troppo isolato in avanti, stesso discorso nella ripresa quando a Fabio è subentrato Maxi Lopez.

Disponendo di un giocatore in più lo Zenit ha avuto la vita semplificata e ha potuto condurre la partita in modo ancora più agevole andando in vantaggio al 38’ con Witsel, da destra Smolnikov prova il tiro in diagonale che viene respinto da Padelli con i piedi, nel frattempo Glik scivola e da terra cerca di allontanare il pallone, ma è più lesto di tutti il giocatore belga che insacca. Sul finire del primo tempo i padroni di casa hanno anche avuto la possibilità di raddoppiare, ma giustamente il tiro di Rondon finito in porta non è stato considerato valido poiché il giocatore era in fuorigioco. Nel secondo tempo l’andamento della partita non è cambiato e in più Vives ha dovuto abbandonare il campo (50’) a causa di un problema muscolare all’interno della coscia sinistra, al suo posto Farnerud. Il raddoppio dello Zenit era nell’aria infatti prima (51’) senza successo Danny, da distanza ravvicinata, aveva esaltato le doti di Padelli attentissimo a salvare la sua porta, poi però (53’) lo Zenit ha messo in mostra tutte le sue doti: scambio al limite dell’area fra Danny e Hulk che tira e la palla impatta sul palo alla sinistra di Padelli, però poi arriva sui piedi di Criscito che non ha altro da fare che spedirla in rete.

Lo Zenit non ha dato punti di riferimento in attacco e anche a centrocampo con i giocatori che si sono scambiati spesso le posizioni. La squadra russa è stata aggressiva e compatta riuscendo così a pressare il Torino. Il portiere Lodygin è stato spesso alto e tendeva ad uscire dalla sua area, ma questo non è stato sfruttato a dovere dal Torino perché fino a quando è rimasto in undici Martinez non è riuscito ad entrare in partita e ha lasciato troppo solo Quagliarella, oltretutto non è riuscito neanche a sfruttare la sua velocità per inserirsi poiché aveva difficoltà nel trovare il tempo giusto finendo per farsi pescare in fuorigioco oppure non si proponeva abbastanza per ricevere la palla nello spazio. Lo Zenit faceva passaggi in velocità e nello stretto e il Torino ha patito un po’ questo tipo di gioco andando in affanno, però i granata ogni tanto hanno anche avuto spazi per ripartire, ma hanno commesso qualche errore di troppo nei passaggi e così non sono riusciti a sfruttare a dovere le potenziali occasioni di sviluppare la manovra offensiva. Darmian e Molinaro avevano più compiti difensivi che offensivi ed El Kaddouri ha sfruttato poco le sue qualità di trequartista arrivando poche volte nei pressi dell’area dello Zenit e non supportando gli attaccanti. Nel secondo tempo poi il Torino e andato ancora più in difficoltà, i giocatori dello Zenit arrivavano quasi sempre per primi sul pallone e pressavano con continuità rendendo ai granata molto difficile l’uscire dalla propria metà campo, solo nel finale, quando i russi hanno mollato un po’ la pressione, il Torino ha provato ad osare un po’ di più. Maxi Lopez (85’) che in mezzo all’area ha ricevuto palla da Farnerud l’ha controllata con il petto e ha provato a girarsi, ma il tempestivo intervento di Garay gli ha impedito di rendersi pericoloso, forse la più grande occasione che ha avuto il Torino. Altra opportunità all’89’ però anche in quest’occasione la difesa dello Zenit è riuscita a sbrogliare la situazione: Gazzi lancia Darmian che di testa serve El Kaddouri che prima pasticcia e poi prova a servire Maxi Lopez. Farnerud (91’) si fa prendere dalla fretta e dal limite tira con palla che finisce ben oltre il palo vanificando un bel passaggio di ritorno di Maxi Lopez che era stato servito da lui con palla lunga.

Il Torino ha anche sulla coscienza due situazioni che potevano essere sfruttate molto meglio: in occasione dell’infortunio di Vives i compagni non hanno buttato in fallo laterale la palla continuando a giocarla e di fatto ritardando l’ingresso in campo di Farnerud e solo l’intervento provvidenziale di Padelli di piede ha negato il gol a Hulk. Al 92’ El Kaddouri recupera palla e avanza ma subisce il fallo di Tymoshchuck e per il Torino una punizione sulla trequarti che però viene incomprensibilmente battuta male da Farnerud che in orizzontale serve Molinaro rischiando anche che la sfera finisca all’avversario.

Che lo Zenit fosse una squadra esperta, preparata e con giocatori di qualità lo si sapeva e lo si è visto perfettamente anche questa sera perché fin dall’inizio ha saputo amministrare la partita impostando il gioco su manovre ragionate e pressando il Torino senza lasciargli quasi mai la possibilità di ripartire in contropiede e andando a raddoppiare le marcature o facendo falli tattici nelle, per la verità poche, occasioni in cui giocatori granata hanno trovato spazi per superare la propria metà campo e sviluppare l’offensiva. Lo Zenit senza creare un numero importante di occasioni da gol, quattro, è riuscito a condurre la partita sui binari che voleva realizzando anche due gol e non subendone in modo da rendere la gara di ritorno in Italia molto più semplice e ipotecando il passaggio del turno. Il Torino ha commesso errori individuali e non ha avuto il coraggio di osare di più se non nel finale, i granata pagano l’avere una rosa numericamente con poche alternative e doversi affidare a giocatori come Benassi e Martinez che per la giovane età non hanno ancora sufficiente  personalità per affrontare partite di livello come questa con avversari di grande esperienza e capacità. Le colpe non sono solo loro come non possono essere solo di Ventura che avrebbe potuto optare per Vives o Farnerud e Maxi Lopez fin dall’inizio, ma che deve fare i conti anche con il campionato e lunedì il Torino in posticipo dovrà affrontare la Lazio che è in un ottimo momento di forma e di risultati e non ha da smaltire le fatiche degli impegni infrasettimanali di coppa. In più certi errori come quello commesso da Farnerud nel finale denotano che quando c’è pressione anche giocatori più esperti vanno in confusione, la vera crescita del gruppo passa anche dal risolvere questi problemi, ma finora ciò non è avvenuto. Non commettere errori e sfruttare al massimo ogni minima occasione è la mission di questo Torino che ha ancora la gara di ritorno per cercare di ribaltare la situazione, ma che comunque anche se dovesse terminare agli ottavi la sua avventura in Europa League lo farà a testa alta.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]