Ghirelli a TMW Radio: “La Serie C rischia l’estinzione”

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Serie C, ipotesi stop definitivo: promozioni e retrocessioni

Le parole del presidente della Serie C Francesco Ghirelli nel corso di un’intervista rilasciata ai microfoni di TMW Radio.

ROMA – Francesco Ghirelli, presidente della Serie C, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di TMW Radio. Queste le sue parole: “Non entro nel merito delle proposte che sono emerse, altrimenti non mi sarei arrabbiato. Invece è successo, perché il direttivo ha indetto l’assemblea il 4, 24 ore prima del Consiglio Federale che è dominus in materia. Essendo di sabato sono andato a rompere le scatole a Balata e Sibilia, e gli ho chiesto anche scusa, ma dovevo innescare un processo di discussione con loro. Stamattina abbiamo scritto a tutte le componenti del calcio per chiedere di discutere quanto programmato, così da portare un quadro di riferimento. Non c’era bisogno di rendere pubblica la decisione perché i presidenti avevano avuto già notizia degli esiti, ma c’è sempre qualcuno che deve fare il furbetto. Ed è meglio non farsi certe domande. Racconto una storiella: quando il Vesuvio eruttò e ci fu il disastro di Pompei, una parte della popolazione ha corso verso il mare, ma un’altra verso il Vesuvio stesso. A un certo punto la testa umana perde la ragione, quindi preferisco non pormi certe domande”.

Ghirelli ha, poi, aggiunto: “Intanto bisogna vedere gli orientamenti delle varie parti. Rispettando gli interessi di ciascuna lega: siamo una struttura interconnessa, questa mi sembra la regola di fondo. Anche perché non è che uno possa decidere per l’uno o per l’altro, ho sentito anche la castroneria che noi volessimo decidere per tutti. La nostra linea è rispettare quello che prevede lo stare insieme, ovviamente nella visione e nelle regole di un campionato che presenta difficoltà a concludersi e definirsi. Mantenendo quelle regole di convivenza”.

La Serie C è a rischio fallimento: “Rischiamo il default. Adesso corriamo un pericolo veramente serio, e da qui arriva la richiesta al Governo di ammortizzatori sociali, di credito d’imposta, di un fondo salva-calcio. Fermo restando che non vogliamo intaccare le poche risorse di questo paese. Il rischio comunque è che la quasi totalità degli imprenditori di C hanno altre aziende scosse dalla crisi. Nel momento in cui deciderà di investire quei pochi soldi rimasti, li investe nella sua azienda, e ha ragione: è quella che dà vita alla famiglia sua e dei dipendenti. Il calcio si presenta fragilissimo all’impatto, e rischiamo una moria di club. A chi voleva ridurre la Serie C dico che ci arriviamo per estinzione… Ora le dico perché sono arrabbiati: ci sono due punti su cui abbiamo lavorato. Il secondo è sparito, ma è il piano strategico della Lega Pro, e siamo gli unici ad essere andati a vedere cosa succede nel 2020/21: discontinuità, ripartire in modo strutturale, riformare, reinventare e coraggio. Queste sono le parole chiave. Dobbiamo diventare davvero la lega dei giovani, e per essere credibili con il Governo dobbiamo fare la nostra parte, scostarci dalla lega dei fallimenti. Non uso neanche la parola di stabilità economica, ma proprio discontinuità…”.

Sulla proposta di Galliani di giocare nell’anno solare: “Come faccio a dirgli di no, è mio amico e abbiamo anche lavorato insieme a lungo… La proposta è saggia, ma a volte gli uomini saggi non sono ascoltati in queste bufere: ragionare sull’anno solare vorrebbe dire l’allineamento dell’Europa al resto di tutto il mondo. E darebbe anche una mano alla Nazionale italiana, perché ricordo che il Mondiale inizierà a novembre-dicembre. Galliani è un visionario, e gli dico di andare avanti”. E, infine, la chiosa: “Senza la Serie C questo paese sarebbe molto più povero, togliamo molti ragazzi dai rischi della strada. Andate a vedere quale regione regge meglio al nord, è il Veneto, per la prossimità territoriale. Non hanno concentrato in poche strutture per risparmiare i costi, ma hanno distribuito nei vari presidi sul territorio. Oltre ad un paese più povero, arriverà il costo sociale: ci si accorgerà che bisogna mandare a casa quegli scienziati che hanno tagliato gli ospedali territoriali”.