Il ballo (bello) dei debuttanti: quando il mercato funziona subito

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Non mi va di svelarne il nome, ma l’altro giorno un direttore sportivo di serie A mi ha fatto capire che almeno per un pò gli affari sono andati davvero in vacanza: “Ho quasi una sorta di nausea di mercato, dovrei chiamare anche alcuni procuratori per iniziare a riaprire qualche situazione, non ce la faccio proprio…”, come non capirlo. Ormai si vive di mercato tutto l’anno, le pressioni sono altissime, ogni momento c’è un nome nuovo da trattare/seguire/confermare/smentire, serve un minimo di pausa per rifiatare. E, soprattutto, per ripartire con le idee chiare. Quelle che ha avuto sicuramente Devis Mangia, l’allenatore più bravo e più intervistato della prima giornata di campionato.

Poco più di un anno fa, era quasi un disoccupato, non lo voleva nessuno, poi è bastata la chiamata di Sean Sogliano per allenare la Primavera del Varese, una squadra costruita in pochi giorni con molti ragazzi non confermati da altri club (tra cui Milan e Inter). Il titolo italiano sfiorato, un torneo di Viareggio da applausi, l’attenzione di qualche società di B e di un certo Arrigo Sacchi, al quale proprio Mangia si ispira, almeno nel pressing asfissiante. Proprio Sacchi l’avrebbe voluto in Figc, per l’attuale allenatore rosanero era pronta una Nazionale giovanile, impossibile però dire di no all’amico Sean, il biglietto per Palermo già prenotato. Il resto è storia recente, forse meno qualche retroscena che riguarda il telefonino di Mangia, acceso dopo aver finito i mille collegamenti previsti al Barbera. 24 i messaggi ricevuti, un pò pochini per essere l’allenatore della domenica, inevitabile la smorfia di delusione. Poi qualcuno gli ha consigliato di spegnere e riaccendere il cellulare, possibile che fosse andato in tilt.

Possibilissimo, se è vero come è vero che è bastato riattivarlo lunedì mattina per trovarsi circa 310 sms sul display, almeno un’oretta per leggerli tutti, per rispondere proprio a Sacchi, per richiamare il suo presidente Zamparini che l’aveva cercato poco dopo il fischio finale con l’Inter, trovando però il telefono spento. Storie di calcio, ma anche storie di mercato come quella di Veloso, un gol all’Atalanta per dimenticare la prima deludente stagione italiana. Era sulla lista dei cedibili, il portoghese: trattato a lungo dal West Bromwich che però non offriva più di 4 milioni (il Genoa ne chiedeva almeno due in più) e poi ad un passo dall’Olimpiakos arrivato alla cifra che Preziosi voleva ma senza presentare le necessarie fideiussioni bancarie. Lui nel frattempo ha perso più di qualche chilo, si è presentato tirato a lucido in ritiro, Malesani l’ha subito eletto re del suo centrocampo, per adesso è una delle poche cose che funzionano nel Genoa.

Tutta colpa anche di Maxi Moralez, piccolino ma diabolico, l’Atalanta già pazza di lui dopo la doppietta al Ferraris. E’stato Pierpaolo Marino a portarlo da noi, lui che dall’Argentina prese Lavezzi per il Napoli e sempre alla stessa cifra (circa 5 milioni), riprovare per credere. Il ballo (il bello) dei debuttanti: El Kabir ha stupito in pochi minuti con il Cagliari e adesso il riscatto (1,5 milioni, operazione condotta da Roberto De Fanti) sarà quasi una formalità, mentre Torje fa già il fenomeno a Udine, là dove sbagliano quasi mai. Talenti che saranno famosi, a Padova va veloce Dramè, classe 92, francese di origini maliane, accelerazioni e sterzate da predestinato. La Fiorentina ha acceso i suoi radar, la metà costa 3 milioni, occhio all’Arsenal che ha mandato i suoi uomini in missione nelle ultime settimane. Le vacanze, per il mercato, stanno finendo…

[Gianluca Di Marzio – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]