Il Napoli, la coppa e i numeri …

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NAPOLI Coppe, non un “grano” delle carte napoletane, ma una grana del campionato napoletano. Più le cerchi, meno le trovi. Quando le trovi, finisci col ritrovartele più tra i piedi che altro. Un trofeo da innalzare se va bene, una giustificazione da addurre quando (anche) tutto il resto finisce male. Fuori dal sogno, fuori dalla Champions, i mercoledì napoletani restano impegnati. C’è sempre una Coppa in palio, più accessibile di quella “campioni” ma anche meno prestigiosa. Comunque ingombrante per un presidente pochi fronzoli come De Laurentiis, al quale piace tanto l’apparenza solo se accompagnata da altrettanta sostanza.

Mercoledì ci sarà il Siena al San Paolo ed all’apparenza, vedi la cautela imposta a Lavezzi e Maggio per la gara di Udine, vedi gli oltre 50.000 spettatori previsti, vedi la finale di Coppa Italia in palio, Mazzarri ed i suoi proprio non sembrano intenzionati a snobbare l’evento che anche a Catania, e non solo per l’arcinota simpatia (reciproca) tra tifoserie, sarà seguito con particolare empatia. Perché? In caso di qualificazione del Napoli, e piazzamento degli azzurri tra le prime cinque della classifica di A, la sesta piazza diverrebbe utile alla qualificazione in Europa. Girandola emotiva per i rossazzurri che nell’arco di quattro giorni vedranno le proprie ambizioni passare dallo sperare fortissimamente nella vittoria dei partenopei, contro il Siena, all’adoperarsi in ogni modo al fine di batterli, quando domenica scenderanno in prima persona sul terreno del San Paolo. Giorni diversi, competizioni diverse, storie diverse, la stessa differenza che c’è e sempre ci sarà tra Coppa e Campionato.

Numeri
Un inizio stagione complicato, non all’altezza delle aspettative alimentate con la qualificazione in Champions festeggiata il maggio scorso. Ma da Gennaio un altro Napoli, insieme al Catania la squadra più in forma, seconde per rendimento solo al Milan. Ascesa coincisa con la rigenerata vena realizzativa del bomber partenopeo per eccellenza, Edinson Cavani. Diciotto le reti messe a segno dall’uruguayano ex Palermo; le 26 dell’anno passato non sono lontane, già battuto ogni altro precedente realizzativo. Napoli miglior attacco interno del torneo con 30 reti realizzate, oltre 2 in media a partita: 7 vinte, 5 pareggiate, 2 perse. Sono tre le vittorie interne consecutive dalle quali i partenopei sono reduci, l’ultima il 6-3 costato a Ballardini la panchina del Cagliari. Il San Paolo è rimasto finora inviolato nel 2012. L’ultima squadra a passare, la Roma per 1-3 nell’ultima del 2011.

Sfida tra amici & fratelli
Si conoscono dai tempi della “meglio gioventù” quando insieme a Messi componevano il tridente terribile dell’U20 argentina che sbancava ogni competizione internazionale alla quale partecipasse. Adesso e sempre sono rimasti in contatto ma “solo per ridere e scherzare”. “Con lui non ho mai fatto un discorso serio, finiamo sempre a ridere” questo dice Pablo Barrientos della sua amicizia col Ezequiel Lavezzi. Il “Pitu” ed il “Pocho”, ieri divisi da un infortunio, adesso e per la prima volta uniti dal talento che li ha trasportati in Europa, entrambi sotto un vulcano. Saranno forse distanti, per ruolo, tra loro. I due “fratelli” che invece vivranno la partita l’uno accanto all’altro si sono conosciuti lungo la medesima via, quella dell’illuminazione divina. Edinson Cavani, giovane attaccante del Napoli, Nicola Legrottaglie, esperto difensore del Catania, sono “Atleti di Cristo”, sportivi che hanno scelto di seguire e metter in pratica i principi e gli insegnamenti di Cristo pur in un terreno poco fertile come quello del calcio, permeato da falsi idoli e tentazioni. Uniti nella fede, divisi dai compiti al San Paolo, uno attaccherà, l’altro difenderà.

Precedenti
La gara d’andata tutti ricorderanno come finì: in polemica. Mazzarri non strinse la mano al collega Montella, apostrofandolo con “stai buonino” quando il tecnico del Catania gliela porse. In campo terminò 2-1 per il Catania. Vittoria in rimonta, rete di Cavani al primo minuto, pareggio di Marchese e superiorità numerica per la seconda ingenuità di Santana, costretto a barcamenarsi in un ruolo da centrocampista centrale mai appartenutogli. Mazzarri difenderà questa scelta oltre che una fantomatica supremazia partenopea che solleverà l’ilarità se non lo sdegno a reti unificate di commentatori e presentatori. Nel secondo tempo, decisiva l’inzuccata di Bergessio su cross dalla sinistra. Sono 15 le gare giocate a Napoli dal Catania. Mai un pareggio. Due vittorie rossazzurre, 13 partenopee. Nel 2003/2004 (serie B) il Catania riuscì ad espugnare per 3-2 il San Paolo (Terra, doppietta di Berrettoni, quindi rimonta dei padroni di casa con Perovic e Vieri). L’unica vittoria in serie A risale invece alla stagione 1960/61, quella “dei record”, con una rete di Morelli al 13°. Nove le reti segnate dal Catania, 29 dal Napoli.

Caro il mio ex..
La sfida tra Napoli e Catania ha perso il suo ex principe, Giuseppe Mascara, passato dall’Etna al Vesuvio nel Gennaio 2011 ma dal Gennaio 2012 dirottato sulle cime innevate dei monti novaresi. Ed allora di ex ne restano ben pochi. Anche se non del Catania, un ex è Walter Mazzarri. L’allenatore del Napoli, che ormai sfugge via indignato ai microfoni ed telecamere (come successo nel post Napoli-Udinese) perché al Napoli non viene riconosciuta la priorità rispetto agli collegamenti (anche in presenza di una scaletta ordinata in base all’arrivo dei protagonisti) è ben lontano e probabilmente immemore dei tempi in cui proprio il duo Pulvirenti – Lo Monaco, allora dirigenti ad Acireale, lo lanciarono nel professionismo, dunque anche ai traguardi raggiunti negli ultimi anni. Poca memoria che il direttore del Catania non ha, viceversa, mai dimenticato, tanto che tra i due (e non sorprende visto il carattere spigoloso di Mazzarri) buon sangue non è mai corso.

Non ci sono ex nel Catania, ma per origini campane, la sfida contro il Napoli non può che esser particolare tanto per il direttore Lo Monaco (nativo di Torre Annunziata) che per Ciro Capuano (napoletano doc), senza dimenticare poi le origini del tecnico etneo, Vincenzo Montella, nativo di San Nicola di Castello di Cisterna (entroterra napoletano), che tuttavia tra le fila del Napoli (prelevato giovanissimo dall’Empoli) non ha mai militato. A questi va aggiunto anche Francesco Lodi, napoletano d.o.c. Classe 1984.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]