Inter: Belfodil-Icardi, forze fresche in attacco

Mentre l’Italia e il suo sport prediletto sono inondate da scandali vecchi e nuovi (bunga bunga e contrattopoli), sotto l’ombrellone che si apre – meteo permettendo – i tifosi vogliono leggere di mercato. Una droga. Tutto si azzera e rinascono le speranze. Quella dei sostenitori nerazzurri è di rivedere fin da agosto un’Inter vincente, rinnovata nello spirito e nelle gambe. Ancora indecifrabile, ovviamente, la portata delle strategie della dirigenza, anche se la direzione in cui si va ricalca quella dell’ultimo anno: svecchiare, ridurre il monte ingaggi e fondare il nuovo ciclo su giovani di valore. Vanno visti così gli acquisti di BottaLaxalt e Icardi, che si aggiungono a quelli di Kovacic, Juan Jesus, Handanovic e Guarin dello scorso anno (nell’elenco ci metto anche Juan e Fredy, presi sì nel gennaio 2012, ma arrivati chiaramente in ottica futura). Finito il ciclo del Triplete, con fatica (e qualche errore) si sta tentando di cominciarne un altro, compatibile con le contingenze economiche del momento.

In arrivo, sempre su questa linea, Ishak Belfodil. Classe 1992, il franco-algerino arriverà all’Inter dopo 8 gol in 33 presenze con il Parma. Scuola Lione, la punta andrà a rinforzare un reparto che sarà privo di Milito almeno per l’avvio di stagione (salvo miracoli). Lui, come Icardi, potrà rappresentare il futuro del club: le potenzialità ci sono tutte, la testa sembra giusta. Sui giovani di valore è corretto investire, specie in momenti come questo. Qualcuno si chiede come mai Cassano via dopo un anno in cui ha fatto più che bene (39 presenze con 15 assist e 9 gol), ma è chiaro che i 5 milioni lordi di ingaggio risparmiati contano. E non solo: in una delle sue ultime interviste, Fantantonio era sembrato sereno, consapevole di aver dato il massimo e pronto a chiudere la carriera con tranquillità Evidentemente, Mazzarri ha bisogno di altre motivazioni per rilanciare l’Inter. Senza contare che in Emilia dovrebbe andare anche Silvestre (3 milioni lordi all’anno d’ingaggio), con un riscatto fissato in favore del Parma sui 4,5 milioni di euro.

Con Belfodil, Icardi, Palacio e in attesa di Milito, magari WM avrà la tentazione di chiedere un quinto attaccante, tanto per stare sicuri. Rocchi non verrà confermato, Longo andrà a giocare in prestito per trovare quella continuità che non ha avuto all’Espanyol per motivi non direttamente dipendenti dalla sua volontà. Per il ruolo di esterno destro si punta forte su Mauricio Isla, anche lui un Under-26, mentre resta da capire con quale tassello verrà coperto il ruolo di mediano.

Certamente non arriverà Paulinho. Anche qui sono piovute critiche ingiuste nei confronti del club. La storia parla chiaro: Branca aveva chiuso con il Corinthians esattamente un anno fa per 8 milioni, ma Paulinho aveva in testa la Copa Libertadores e il Mondiale per Club e rinviò. Altro rinvio nel gennaio scorso, quando per il centrocampista del Timão la priorità era terminare il campionato con il proprio club e non gradiva l’arrivo a Milano a campionato iniziato. Il problema vero è che, nel frattempo, la sua valutazione si è più che raddoppiata e l’Inter ha cambiato tecnico. Se per Stramaccioni Paulinho era una priorità, per Mazzarri non è stato così. Senza contare che l’arrivo del brasiliano sarebbe stato il prologo all’addio di Guarin, ma per il colombiano zero offerte. E allora il Tottenham (che non a caso aveva puntato Guarin), ha chiuso l’affare, nonostante stavolta Paulinho aveva il desiderio di arrivare a Milano. Troppo tardi.

Zero per Guarin e zero per Handanovic. Checché se ne dica, infatti, all’Inter non sono pervenute offerte serie per lo sloveno, che resterà al suo posto saldamente. Moratti non lo darebbe via per meno di 30 milioni (o giù di lì), per cui piuttosto difficilmente si vedrà il numero 1 abbandonare Appiano Gentile dopo un solo anno. L’errore, semmai, sarebbe cedere Andrea Ranocchia. Il centrale umbro è appetito da parecchi club, sia in Italia che all’estero, ma potenzialmente resta il difensore italiano più forte. Il 23 nerazzurro sta pagando il rendimento generale della squadra, ma quando le cose andavano per il verso giusto lui era stato uno dei più positivi. Proprio come per i portieri, chi ha i difensori bravi se li tiene stretti: vendere Ranocchia per poi svenarsi andando a prendere una scommessa non avrebbe un grande senso. Mazzarri ci punta e fa bene: Andrea è un patrimonio dell’Inter e del calcio italiano, che certamente si affermerà anche a livello di Nazionale. Dirgli addio adesso potrebbe rivelarsi un autogol clamoroso.

[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]

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