Inter, da rincorsa a rimonta: ora il Milan sente il rumore dei nemici…

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Vittoria di misura ma neppure troppo sofferta quella dei nerazzurri sul Lecce, in campo a San Siro con un’unica punta, Corvia e con due linee difensive compatte davanti a Rosati. Tre punti pesantissimi, da grande squadra, capace finalmente di gestire il vantaggio fino alla fine meglio che in altre occasioni. D’altronde, dopo l’impresa di Monaco, era prevedibile tirare un po’ il fiato e fare i conti con la stanchezza post-Champions.

Nel primo tempo l’Inter si è vista con un paio di conclusioni di Sneijder, mentre il Lecce si è affidato a Corvia, pericoloso solo in una circostanza. Eto’o, sorvegliatissimo, ha un po’ esagerato nei dribbling, ma a lui si perdona tutto, visto quello che sta facendo, mentre si è rivisto il fratello di Maicon, quello dei tempi di Benitez, mai incisivo in avanti e mai in grado di saltare l’uomo.

Pazzini, al suo sesto centro in dieci gare con l’Inter, ha risolto a inizio ripresa: dopo aver testato i riflessi di Rosati con un colpo di testa, il ‘Pazzo’, imbeccato da Pandev, ha controllato la palla col petto e l’ha girata in diagonale nell’angolo più lontano. La partita praticamente è finita qui, anche se nel finale Julio Cesar ha parato bene su Bertolacci, servito da Olivera nell’ultima sortita pugliese.

Stupido, ma giusto il cartellino giallo comminato dall’arbitro Orsato a Lucio per un fallo di mano istintivo sulla trequarti che gli costerà la squalifica nel derby. Come centrali ci saranno comunque Ranocchia e Chivu, tornato oggi con grande affidabilità al suo vero ruolo. Nel finale Leonardo, da buon psicologo, ha tolto uno via l’altro Pandev, Sneijder ed Eto’o, ovvero i goleador della serata di Champions all’AllianzArena: naturalmente San Siro ha tributato loro tre standing-ovations. A rimpiazzarli Coutinho, Kharja e Stankovic.

Il gol-partita di Pazzini ha comunque trasformato la rincorsa in rimonta, perché dopo la sconfitta del Milan nell’anticipo di Palermo il margine è ora al minimo: due punti, nemmeno una partita, dopo una lunga rincorsa cominciata dal -13 di Natale, alla faccia delle originalissime misure prese dal geometra Galliani. Ora ci sono 13 giorni per discutere se quello di sabato 2 aprile sarà un derby-sorpasso. In realtà, per come si sono messe le cose, il pareggio non è più un risultato proibito nemmeno per l’Inter, visto che poi ci saranno ancora 7 gare da disputare. Intanto, davanti c’è chi batte i denti dal terrore e, con la sosta di mezzo, è ancora peggio. Meglio allora andare di propaganda sui colpevoli della frenata rossonera, a cominciare dall’arbitro Brighi, che in Milan-bari avrebbe dovuto comportarsi con l’avambraccio di Ibrahimovic come ha fatto Orsato col petto di Pazzini in Inter-Lecce! Tutto regolare invece un mese fa, quando il braccio di Robinho in Chievo-Milan non fu visto solo dall’arbitro Banti! Eppure nelle ultime tre partite il Milan ha abbandonato col sorriso sulle labbra la Champions League cedendo al Tottenham che non avanzava tanto in Europa da oltre mezzo secolo, ha frenato in casa col Bari ultimo in classifica e poi ha beccato a Palermo, dove perdevano da cinque gare consecutive. Infatti il Milan ora è nel mirino non solo dell’Inter, ma anche di Napoli e Udinese. Tanto vale allora citare ancora Mourinho: il solito rumore dei nemici…

[Gianluca Rossi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]