Inter: Germania perfetto esempio di buona programmazione

La vittoria della programmazione. Questo quanto è stato detto in merito al successo della Germania ai Mondiali brasiliani. Più che dell’Argentina superata con estrema fatica in finale, i tedeschi sono stati l’esatto opposto del Brasile padrone di casa. Da un lato la Nazionale di Löw, frutto di un progetto nato dalle ceneri della Germania che fu; dall’altro il mosaico malriuscito di Scolari, “aggregatore” di singoli già poco eccelsi di per sé. E per un Höwedes che sembra un fenomeno c’è un Thiago Silva che pare un brocco. Perché è vero che nel calcio conta chi va in campo, ma non solo. Anzi. La Federcalcio tedesca è lì a fare chiarezza su come e su dove vada costruita una vittoria sportiva: impegno, serietà, onestà, professionalità, lungimiranza e competenza. Qualità sempre più rare nelle classi dirigenti, non solo sportive. E non rischiamo di cadere nel banale asserendo che, alla lunga, il lavoro paga. Così come imparare dagli errori.

Traslando il concetto, potremmo dire che l’insegnamento della Germania può tornare utile anche all’Inter. Dopo anni di successi, di coppe e di campioni (cit.), adesso il club nerazzurro ha il dovere di imboccare la strada della risalita. Perché un biennio di ombra e poca luce basta e avanza. E il fatto che il tutto coincida con un cambio epocale al vertice societario deve valere più da trampolino che da freno. Le idee paiono piuttosto chiare, e questo è già un bel passo avanti col recente passato.

La conferma di Mazzarri, gli investimenti sul mercato, la fiducia nei giovani e nel vivaio, i cambiamenti in società, l’apertura ai mercati fin qui poco scandagliati: tutto lascia intravedere un futuro di nuovo roseo. Magari, anzi sicuramente non da Triplete immediato, però con la sicurezza di chi sa di aver intrapreso il percorso corretto. Punto e a capo, salutando definitivamente un passato leggendario e immergendosi nella nuova realtà. Che magari non sarà uguale a quella di 4 anni fa, ma non è detto che non porti agli stessi traguardi. L’aspetto fondamentale sarà proprio questo passaggio delicato, costruire le fondamenta solide per un futuro “da Inter”.

Rinascere si può. Reinventarsi anche. La Germania ce lo insegna.

[Alessandro Cavasinni – Fonte: www.fcinternews.it]

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