Kakà e il ritorno a Milano: minestra riscaldata o grande colpo?

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Non c’è nemmeno bisogno del fotomontaggio, questa volta, per immaginare Ricardo Izecson Leite, al secolo Kakà, con la maglia del Milan. La fotografia è certamente d’altri tempi, con il Siena in Serie A e i rossoneri alla ricerca della propria dimensione. I soldi degli sceicchi erano lontani nel ricordo, la maglia sventolata nella notte meneghina un po’ meno. Da lì a poco Kakà venne ceduto al Real Madrid, primo vero colpo del Florentino Perez bis, pronto a spendere milioni su milioni per accaparrarsi i migliori giocatori del globo.

Si parlava già di dualismo con Cristiano Ronaldo. Cosa che non si è mai realizzata, vista che Kakà ha avuto prima una stagione costellata da infortuni – la prima – poi un lento spegnersi anche con José Mourinho, che ha eletto a simbolo CR7, dando sempre meno vitalità alla voglia di vincere dell’ex ventidue rossonero.

Nella serata che potrebbe rappresentare la svolta della stagione rossonera, ecco Bosco Leite, padre nonché procuratore di Ricky, fare la sua comparsa a San Siro, apparentemente per guardare il big match con il Napoli, ma la speculazione sale. Così come cresce quando proferisce un sibillino “vedremo”, con Allegri che prontamente gli fa eco, aggiungendo “durante l’estate”. Si accende quindi la miccia di un possibile ritorno di Kakà a Milano, anche perché Mourinho vorrebbe rimanere per un altro anno sulla panchina dei Galacticos (per poi prendere l’eredità di sir Alex Ferguson nel 2012, quando il mostro sacro dello United si ritirerà a vita privata) e per il calciatore brasiliano gli spazi si chiuderanno ulteriormente. Le ultime parlano anche di un interessamento reale e forte del Rubin Kazan, pronto a offrire 45 milioni di euro per il cartellino del calciatore, mentre Chelsea e Manchester City battagliano solamente sulle pagine dei tabloid.

Un distinguo, per tornare a bomba sul titolo, va fatto. Kakà, se integro, è ancora un grandissimo calciatore e non sarebbe un “pacco di ritorno”, alla Shevchenko. Ciò che lo differenzia, però, è il prezzo, sicuramente alto per riportare Ricky sotto la Madonnina. Almeno Sheva era ritornato a costo zero, o quasi.

[Andrea Losapio – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]