La solitudine di Marotta

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All’inizio degli anni 90′ Laura Pausini cantava la “Solitudine“, un singolo che calza bene alla situazione vista ieri sera in quel di Reggio Calabria. Alessandro Marotta, al terzo gol in maglia biancorossa, si è infatti sobbarcato in solitaria l’intero peso dell’attacco centrando il bersaglio pieno nell’unico dialogo riuscito con De Paula. Per tutto l’arco della gara l’attaccante campano si è però ritrovato a rincorrere palloni in completa solitudine nella trequarti amaranto: il modulo attuato dal Bari prevedeva quindi dieci undicesimi dietro la liena di centrocampo con lanci lunghi al povero Marotta, il quale si trovava a far sportellate con i vari Adejo, Emerson e Marino.

Questo in soldoni il motivo dell’apatia offensiva dei primi 45′ minuti, momentaneamente squarciata dal lampo dell’ex Lucchese. Nella ripresa mister Torrente ha modificato l’assetto mandando in campo Caputo e il tandem creatosi ha ridato fiducia alla linea offensiva barese. Peccato che  l’ennesimo svarione di Claiton e company abbia spezzato le gambe ad una rincorsa che pareva, sino a qualche istante prima, concretizzabile.

Le tre mezzepunte, o trequartisti che dir si voglia, utilizzati come ieri sera al “Granillo“, non hanno supportato l’unico terminale offensivo e reso nullo il lavoro contro una difesa a tre come quella della Reggina: situazione tattica che contro l’Empoli andrà certamente rivisitata.

[Renato Chieppa – Fonte: www.tuttobari.com]