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Lazio-Lecce 1-1: fallito il primo match ball per la Champions

Sei punti con Lecce e Novara per sognare, questo si chiedeva alla Lazio. I biancocelesti, però, sprecano la prima occasione e perdono per strada due punti preziosi, che sembravano acquisiti. Certo, merito anche di un Lecce tonico, bravo a difendersi e mai domo anche quando la sconfitta sembrava pronta a materializzarsi. La Lazio deve recitare il mea culpa per essere, una volta in vantaggio, arretrata in modo troppo evidente, questo ha permesso ai salentini di prendere campo e dare corpo a quella che, dopo il gol di Matuzalem, sembrava una speranza effimera. Certo gli uomini sono contati, l’emergenza sfianca l’organico biancoceleste e non sempre c’è la lucidità per mantenere il punteggio ma, questa, non è la prima volta che la Lazio, una volta avanti nel punteggio, si fa rimontare e sciupa l’occasione di portare a casa il risultato. Il Lecce sogna, la salvezza ora è ad un passo. La Lazio dovrà andare a vincere a Novara per puntare ancora al terzo posto, il destino sembra ancora voler dare una mano ai biancocelesti.

FORMAZIONI – Scelte obbligate, Edy Reja ha gli uomini contati e allora non può permettersi esperimenti. Spazio, dunque, al 4-2-3-1 con Diakitè e Biava al centro della difesa con Scaloni e Garrido sugli out. Ledesma e Matuzalem formano la diga davanti alla difesa, Hernanes si riprende il posto dietro all’unica punta che è Tommaso Rocchi. Gonzalez e Candreva, invece, si muovono sugli esterni pronti a rifornire il capitano. Cosmi risponde con il solito 3-5-2 che, nell’ultimo periodo, tante soddisfazioni sta dando all’allenatore umbro. Il terzetto arretrato è composto da Oddo, Tomovic ed Esposito, Delvecchio, Giacomazzi e Bertolacci sono i tre centrali di centrocampo con Cuadrado e Brivio sulle fasce. Di Michele e Muriel sono le due punte.

PRIMO TEMPO – Quante volte ci si è lamentati dell’approccio alla gara della Lazio, basti pensare a partite sciagurate come Siena e Parma, per capire la lezione e cercare di non ripetere certi errori. La Lazio, allora, parte subito forte, l’obiettivo è mettere il Lecce alle corde: solo sciabola, niente fioretto, i biancocelesti attaccano con voglia, forse troppa, tanto che a volte si rischia di fare anche un po’ troppa confusione. Il primo brivido arriva al 5′ quando Garrido ci prova con una punizione dai 25 metri che, però, non trova lo specchio della porta. Il Lecce si chiude a riccio, Cuadrado e Brivio fanno più i terzini che i cursori e allora per i biancocelesti è difficile trovare spazi utili per affondare. La Lazio è trascinata da un Candreva pimpante che al 23′ coglie la traversa con un tiro-cross tagliato e poi al 37′ si divora la palla del vantaggio da zero metri: Rocchi, in spaccata, chiama Benassi al miracolo poi Candreva non riesce a ribadire in rete. Il Lecce si difende bene e prova a ripartire sfruttando al velocità di Muriel e Di Michele che, però, non mettono mai ai brividi a Marchetti. L’unico sussulto per l’estremo difensore della Lazio è figlio di un tiro di Giacomazzi che sibila non lontano dalla traversa. Il primo tempo si spegne così, con una Lazio volitiva ma poco incisiva e un Lecce bravo a difendersi ma meno a ripartire.

SECONDO TEMPO – Come accaduto contro il Napoli, dagli spogliatoi non esce Hernanes. Il brasiliano, ancora una volta, ha mancato l’appuntamento con il riscatto e allora Reja, complice anche qualche acciacco fisico del Profeta, opta per la carta Alfaro e il passaggio al 4-3-1-2 con Candreva alle spalle delle punte. Il Lecce, però, parte subito forte e prima un destro di Bertolacci chiama Marchetti all’intervento, poi Cuadrado, in girata, stampa il pallone sulla traversa. La Lazio sembra più slegata, meno compatta rispetto alla prima frazione. Dopo otto minuti di paura, però, i padroni di casa si riorganizzano e allora è Alfaro a gettare alle ortiche una grande occasione: imbeccata di Rocchi per l’uruguayano che, a centro area, cincischia e si fa rimontare da Esposito.

L’occasione ridà coraggio ai biancocelesti che, ancora con Alfaro, provano a mettere i birvidi alla difesa del Lecce ma sul  lob del numero 30 né Rocchi, nè Candreva, sono pronti a ribadire in rete. La difesa salentina è chiusa a doppia mandata, Rocchi non riesce mai a trovare lo spunto giusto e allora a complicare i piani della Lazio ci si mette anche l’ennesimo infortunio muscolare che, stavolta, colpisce Alfaro: Reja inserisce al suo posto Cana con Candreva avanzato vicino a Rocchi. Cosmi sceglie Corvia per Muriel ma il Lecce non rischia quasi nulla e l’unico brivido per i salentini è portato da Biava che, di testa, non trova lo specchio da pochi passi. Il Lecce dà vita ad una fase difensiva praticamente perfetta e al 34′ sfiora anche il vantaggio con Corvia che, da due passi, non trova l’impatto con il pallone dopo una discesca portentosa di Cuadrado. Sembra impossibile pentrare nel muro leccese, servirebbe un episodio e questo arriva all’81’ quando Scaloni pennella da destra per l’accorrente Matuzalem che, piomba in area e di testa batte Benassi. Cosmi prova il tutto per tutto e inserisce Bojinov per Bertolacci, Reja risponde con Dias proprio al posto di Matuzalem. Il Lecce si riversa in avanti e al 91′ trova il pareggio proprio con Bojinov che dopo un batti e ribatti in area riesce a ribadire in rete. Cosmi esulta, il Lecce fa un piccolo passo verso la salvezza visto il crollo del Genoa con il Siena. La Lazio sciupa il suo primo match-ball, getta al vento un’occasione colossale e deve, per forza di cose, recitare il mea culpa.

[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

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