L’Inter soffre gli inserimenti rosanero tra le linee

262

L’Inter si presenta con il solito 4-3-1-2, dopo il recupero di Sneijder che gioca alle spalle di Pazzini ed Eto’o, con il camerunese largo a sinistra come ormai abitudine. 4-3-2-1 per i rosanero, con Hernandez unica punta e Pastore-Ilicic a supportarlo e inserirsi tra le maglie avversarie. Una prassi assai sfruttata dal Palermo soprattutto nel primo quarto d’ora, decisamente di marca siciliana. Aggressività e rapidità nelle ripartenze sono le armi con cui Delio Rossi mette in seria difficoltà la difesa dell’Inter, che non riesce a ripartire e patisce la pressione rosanero. Numerosi gli uno-due con cui anche i centrocampisti cercano di sfruttare la linea troppo alta della difesa di Leonardo. Dall’altra parte, Pazzini è troppo isolato e le ripartenze nerazzurre sno troppo macchinose e votate al possesso palla per trovare distratta da retroguardia avversaria. Buona la mossa di Rossi di mettere Acquah sulle orme di Sneijder, che fatica a girarsi sotto pressione.

Dopo la rete di Eto’o il Palermo accusa il colpo e diminuisce la sua spinta, consentendo all’Inter di guadagnare metri e mantenere più agevolmente il possesso di palla. Nella ripresa il tecnico palermitano sostituisce Acquah e lancia in campo Miccoli, con l’intento di sfruttarne la velocità e giocarsi il tutto per tutto. Ilicic arretra sulla linea dei centrocampisti costruendo un 4-1-4-1. Leonardo risponde sostituendo Pazzini con Pandev, il che non varia organizzazione tattica ma consente a Eto’o di giocare in posizione più centrale, con il macedone largo. Fino al 70’ è il Palermo che fa ancora la partita alla ricerca del pareggio, approfittando della profondità garantita dall’ingresso di Miccoli.

L’ingresso di Pinilla al posto di Hernandez, dopo il raddoppio di Eto’o, serve solo a creare confusione dalle parti di Julio Cesar, mentre quello di Mariga al posto di Thiago Motta a dare freschezza alla mediana. L’ingresso di Milito per Sneijder serve soprattutto a concedere a entrambi gli applausi del popolo nerazzurro, che poi diventano scroscianti al fischio finale di Morganti, che sancisce la vittoria della Tim Cup per l’Inter.

[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]