Milan, ecco perché Pato non si tocca. Juve, due innesti e sei da scudetto

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Ci hanno insegnato che il turno di campionato, dopo la sosta per le Nazionali, va preso con le molle. Calciatori che tornano al venerdì ed alla domenica si ritrovano catapultati in campo con un solo allenamento (se va bene) e fusi orari da smaltire in meno di 24 ore. L’ultima giornata di campionato apre, per molti, un tour de force incredibile, tra campionato, Europa e Coppa Italia. Il mercato è alle porte ed il Milan cerca un attaccante; Galliani non lo dice ma deve trovare il sostituto di Antonio Cassano, anche perché le scelte di Allegri dimostrano che, almeno per ora, El Shaarawy non gode della fiducia del tecnico. Pato è l’unico indispensabile, per questa squadra, dopo Ibrahimovic. Ci direte: “senza Pato il Milan, prima di Firenze, ne ha vinte 5” e anche voi avete ragione, ma al Franchi l’impatto che il brasiliano ha avuto sul match è stato devastante. Un palo ed un rigore procurato ma non concesso.

Complementare ad Ibra, ha forza fisica e vede la porta in maniera esemplare. Pato rappresenta presente e futuro di questa squadra, deve soltanto essere più fortunato tra i mille infortuni che gli capitano spesso. Pato non si tocca, anche se può risultare il bambino viziato, compagno della figlia del magnate. Cose che non c’entrano con il calcio, perché quello che interessa è il risultato ed il campo premia il brasiliano, da quando ha messo piede in Italia ancora minorenne. Il Milan un anno fa era primo, oggi è terzo ad un punto dalla vetta, anche se la Juventus deve ancora giocare a Napoli. Rispetto all’undicesima di campionato dello scorso anno ha perso solo 2 punti e, paradossalmente, quest’anno ha segnato 3 gol in più rispetto allo scorso campionato (23 contro 20), ma è la difesa ad aver subìto di più: (14 oggi, 11 ieri) ed è in perfetta parità con un anno fa, nel rapporto gol fatti/gol subìti: +9.

Dal confronto ne esce fortissima la Juve. Conte, con una gara da recuperare, batte Delneri 22-19 (punti), 7-12 (gol al passivo), ma Delneri batte Conte 22-18 (gol fatti). Il dato più importante, naturalmente, arriva dal primato dei bianconeri contro il quinto posto all’undicesima di un anno fa. Matri segna, gli esterni sono quasi tutti incisivi e la difesa regge, ma, con quel paio di innesti in più a gennaio, Marotta potrebbe davvero svoltare; un centrale difensivo ed un esterno di qualità, ma solo dopo aver sfoltito la rosa. La Juve ha acquisito, però, soprattutto la mentalità e questa non si vende né si compra. La casella più importante della Juventus è alla voce sconfitte: ancora in bianco! Nessun ko contro le 5 vittorie, i 4 pareggi e le 2 sconfitte di Delneri all’undicesima.

Preoccupa un po’ il Napoli, così come preoccupa Cavani che non segna. La prestazione con la Lazio è stata assolutamente soddisfacente, azzurri fermati solo da uno strepitoso Marchetti; ma questo tour de force infinito ci dirà chi è davvero il Napoli. Il City è il peggior avversario da affrontare in questo momento, l’Atalanta sabato e la Juventus nel recupero completano un cammino tortuoso. Meglio non guardare la classifica marcatori, perché, con i tempi che corrono, Denis avrebbe fatto davvero comodo a questa squadra, per dare fiato a Cavani e per dare sostanza ad un attacco che segna oggettivamente poco: Mascara (1), Lavezzi (2), Hamsik (2), Cavani (4), Pandev (0), Santana (0), Lucarelli (0); in 7 hanno segnato gli stessi gol del Tanque scaricato (9 a 9). Con tanti saluti ai 3 milioni che l’Atalanta dovrà versare la prossima estate all’Udinese per tenersi il bomber delle meraviglie.

[Michele Criscitiello – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]