Milan, il punto: le ragioni della fiducia ad Inzaghi

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logo-milanI rossoneri deludono ma il tecnico rossonero non sembra in discussione, vediamo perchè

MILANO – In molti già ci speravano col panettone, i restanti avrebbero atteso altro tempo, ma nessun tifoso del Milan avrebbe pensato di vedere Inzaghi ancora alla guida dell’agonizzante squadra 2014-2015 anche dopo la sosta per la Pasqua, con annesso taglio della colomba. Le chiavi di lettura su questa inspiegabile fiducia da parte della società nelle capacità di un allenatore che per ora nulla ha dimostrato, possono essere molteplici, riassumibili in quattro voci alternative:

–          Economia: ormai i tifosi sono abituati da qualche anno ad aver confidenza con la sfera amministrativa delle società di calcio, in Italia più che altrove. Lo splendore degli anni ’90 si è esaurito per tutti i club nostrani, lasciando spazio a voragini di bilancio arginate (non in tutti i casi) nei più svariati modi. Il Milan, salvatosi grazie alla solidità finanziaria della proprietà Berlusconi (mai dimenticarlo, amici rossoneri) è una società molto indebitata, che da anni combatte per abbattere il monte ingaggi, cercando, con alterne fortune, di mantenere alto il livello qualitativo della rosa. Dopo molti anni di successi, Galliani pare aver perso il bandolo della matassa e i dissidi interni con Barbara Berlusconi non stanno facendo altro che irrigidire le posizioni dell’amministratore delegato, rimasto ormai senza portafoglio e quindi impossibilitato a cambiare la guida tecnica a stagione inoltrata.

–          Mancanza di alternative immediate: cacciare Inzaghi vorrebbe dire ammettere un altro fallimento, il terzo nel giro di un anno e qualche mese. Trovare un allenatore che scaldi la piazza ad Aprile è fondamentalmente impossibile, in considerazione anche del fatto che anche trovando un nome di grido sul mercato, bisognerebbe convincerlo ad allenare un gruppo di giocatori mediocri. Senza voler mancare di rispetto a nessuno. Brocchi e Tassotti, probabilmente, sarebbero soluzioni ponte non in grado di mutare alcun equilibrio del campionato, per questo motivo Galliani potrebbe aver pensato che cambiare ora potrebbe essere solamente dannoso.

–          Mancanza di progetto tecnico: l’alternativa più drammatica e forse la più vera. Finiti i soldi, finite le idee. Senza voler tornare ai fasti del passato, i tifosi rossoneri erano stati ‘abbindolati’ con la promessa di un Milan fatto da giocatori giovani, nati dopo il 1990 e con ingaggio basso, da far crescere e valorizzare, sul modello dell’Arsenal, per ricostruire un gruppo vincente. Idea accantonata prestissimo e con risultati pessimi, purtroppo. Oggi non ci è dato sapere quale sia la direzione del Milan per l’immediato futuro. Un’incertezza che alimenta ancora di più il malcontento dei tifosi.

–          Novità in vista in società: il vero nocciolo della questione. L’indebitamento della società esiste ed è considerevole, inutile negarlo. L’interessamento di numerose cordate straniere anche. Le ultime annate volte esclusivamente al contenimento dei costi e la spinta decisa verso lo stadio di proprietà, non possono non far pensare che la famiglia Berlusconi si stia facendo i conti in tasca, cercando di valorizzare più possibile la società per rivenderla. Alternativa che, se vera, farebbe cadere qualsiasi ‘progetto tecnico’ in secondo piano per altre stagioni, fino alla cessione.

I tifosi milanisti festeggeranno quindi una Pasqua (sportivamente) drammatica, mangiando una colomba mai così amara da quando Silvio Berlusconi è il presidente. La stagione è ormai da cestinare, in attesa di importanti novità sul fronte societario e tecnico, ormai rimandate a Maggio.

[Carlo Mastrodonato – Fonte: www.ilveromilanista.it]