Nations League: il protocollo stilato dal Comitato Esecutivo della UEFA

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L’applicazione del protocollo UEFA Return to Play (il Protocollo), che prevede una rigorosa serie di test, ha l’obiettivo di garantire che le partite si disputino come previsto.

NYON – I preparativi per le partite delle nazionali proseguono nonostante le difficoltà legate alla pandemia Covid-19. L’applicazione del protocollo UEFA Return to Play (il Protocollo), che prevede una rigorosa serie di test, ha l’obiettivo di garantire che le partite si disputino come previsto. Inoltre, e in base ai requisiti del Protocollo UEFA, la maggior parte delle federazioni è riuscita a ottenere dalle autorità nazionali/locali competenti un’esenzione che consente alle squadre di recarsi nella città designata e ai giocatori di tornare nei rispettivi club dopo gli impegni con la nazionale.

Tuttavia, durante i test prepartita potrebbero verificarsi casi di positività al virus SARS-CoV-2 che potrebbero imporre la quarantena a gruppi di giocatori o a intere squadre. Dunque, le federazioni potrebbero non essere in grado di schierare una squadra per una partita specifica, come deciso dall’autorità nazionale/locale competente. Di conseguenza, e a causa del fitto calendario di partite, potrebbe risultare impossibile riprogrammare alcune partite di UEFA Nations League 2020/21 (fase a leghe), del Campionato Europeo Under 21 UEFA 2019/21 (fase di qualificazione) e delle qualificazioni per UEFA Women’s EURO.

Per far fronte alla situazione, il 28 agosto 2020 il Comitato Esecutivo UEFA ha deciso quanto segue in merito alle suddette competizioni:

1) se un gruppo di giocatori viene messo in quarantena obbligatoria o in auto-isolamento per decisione di un’autorità nazionale/locale competente, la partita verrà disputata come previsto purché la squadra abbia almeno 13 giocatori disponibili (di cui almeno un portiere), indipendentemente da quanto disposto da altri articoli del regolamento della competizione (compresa la scadenza per la comunicazione della lista dei giocatori) e purché tutti i giocatori siano idonei a rappresentare l’Under 21 o la nazionale pertinente secondo il regolamento FIFA in vigore e che siano risultati negativi ai test, come richiesto dal Protocollo UEFA;

2) se una federazione non è in grado di schierare una squadra con il suddetto numero minimo di giocatori (13, di cui almeno un portiere), la partita, se possibile, sarà riprogrammata in una data stabilita dall’amministrazione UEFA, eventualmente in campo neutro (nel territorio di una federazione affiliata alla UEFA) se ritenuto appropriato. In qualsiasi eventualità, la squadra di casa rimane responsabile dell’organizzazione della partita e dei relativi costi;

3) se non è possibile riprogrammare la partita, la Commissione Disciplinare, Etica e di Controllo UEFA prenderà una decisione in merito. Per la federazione nazionale responsabile della partita che non si disputa per intero verrà decretata una “sconfitta a tavolino” da parte della Commissione Disciplinare, Etica e di Controllo UEFA, a meno che quest’ultima giunga alla conclusione che nessuna delle due squadre (o entrambe) sia responsabile del mancato svolgimento e che pertanto la partita non possa essere dichiarata annullata. Se la partita non può essere dichiarata annullata, il risultato sarà deciso con un’estrazione condotta dall’amministrazione UEFA (es. vittoria per 1-0, sconfitta per 0-1 o pareggio per 0-0);

4) se un qualsiasi membro del team arbitrale designato per una partita risulta positivo al virus SARS-CoV-2, la UEFA può eccezionalmente designare direttori di gara sostitutivi, che potrebbero essere della stessa nazionalità di una delle squadre e/o non in lista FIFA.