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Non toccate Ibra, il problema non è lui! Inter, ora c’è pressione

E’ stata una settimana fruttuosa, ricca di avvenimenti, che vale assolutamente la pena di commentare insieme per meglio comprendere non tanto ciò che è avvenuto, ma quanto con tutta probabilità è destinato ad avvenire nel prossimo futuro.

Inevitabile dedicare la prima parte del nostro appuntamento settimanale al brusco stop europeo del Milan, una sconfitta sicuramente inattesa, che condiziona piuttosto pesantemente il prosieguo dell’avventura europea rossonera. E’ difficile stabilire cosa sia effettivamente mancato agli uomini di Allegri durante la sfida contro il Tottenham, anche perché si è trattata di una congiunzione di gioco a singhiozzo, infortuni e bravura avversaria che era molto complicata da preventivare. Ciò che è certo, tuttavia, è il mio pensiero relativamente alle folli, inadeguate ed inconsistenti critiche a quello che di questo Milan è l’indiscusso trascinatore: Zlatan Ibrahimovic. Reputo assurdo identificare nello svedese il colpevole della serata, nonostante proprio Ibra sia sicuramente l’elemento di maggior spicco e statura internazionale di quelli di cui il Milan dispone.

Il numero 11 rossonero non ha giocato sui suoi standard, è vero, ma non dobbiamo neppure tralasciare il fatto che un gol era comunque riuscito a trovarlo. Che poi l’arbitro abbia deciso di annullarlo, peraltro con una decisione quantomeno discutibile, è un altro paio di maniche. Per di più, non possiamo certo dimenticare il ruolo fondamentale ricoperto dallo stesso Ibrahimovic nella fase a gironi della massima manifestazione europea: se il Milan è arrivato a giocarsi i quarti di finale, è soprattutto per merito suo. Non è facile avere sulle spalle tutta la responsabilità del gioco offensivo della propria squadra, di conseguenza continuo sgravare Ibra di ogni tipo di responsabilità: penso piuttosto che alle sue magie siano legate le (poche) possibilità di passaggio del turno dopo il ritorno a White Hart Lane.

Se il Milan piange sul campo continentale, i rossoneri hanno qualche grattacapo anche in ambito nazionale. Non per colpe proprie, ovviamente, quanto piuttosto per la pronta e repentina reazione dell’Inter alla sconfitta di Torino. Leonardo è stato inequivocabilmente bravo a dare gli stimoli giusti alla squadra, e la vittoria di Firenze rilancia in maniera definitiva l’Inter come principale contendente per lo scudetto. Si è trattato di un successo importante soprattutto a livello morale, perché riuscire a smaltire in così pochi giorni le scorie di un ko come quello subito dalla Juventus non è certamente cosa da poco. Il Milan resta senza ombra di dubbio la favorita, almeno secondo la mia opinione, però la pressione dei cugini potrebbe giocare qualche scherzo poco gradevole ai ragazzi di Allegri.

Tornando all’Inter, è di piena attualità il deferimento di Ghelfi e Branca per la trattativa che ha portato Pandev in nerazzurro. Intendiamoci, si tratta di un procedimento inevitabile, che non deve però assumere un’importanza superiore rispetto a quella che in realtà ha. Si tratta di scaramucce di poco conto, cose che nel mercato sono sempre successe e probabilmente sempre succederanno, non mi scandalizzo di certo. Ben più importante sarebbe stata una giusta valutazione del pre partita di Cagliari-Inter di coppa Italia, quando Facchetti rivolgendosi a Bergamo chiese senza mezzi termini di migliorare lo score nerazzurro con l’arbitro Bertini, che vedeva fino a quel punto quattro vittorie, quattro pareggi e quattro sconfitte. Quella competizione fu vinta, per inciso, proprio dall’Inter… Traete da voi ogni possibile conclusione.

[Luciano Moggi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

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