Pisa, Corrado: “Il calcio è un’industria, il campionato va deciso in campo”

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Le parole del presidente del Pisa Giuseppe Corrado nel corso di un’intervista rilasciata alla trasmissione”Diario Nerazzurro”.

PISA – Giuseppe Corrado, presidente del Pisa, ha rilasciato una lunga intervista al programma “Diario Nerazzurro”. Queste le sue parole circa l’eventuale ripresa: “L’unico rammarico è di essere lontani dall’operatività, dal resto della squadra, dalle persone che vedo abitualmente tutti bene: l’importante però è che tutti stiano bene. L’esigenza della salute e dello sport, comunque, devono convivere sempre, almeno per noi come Pisa questa è una massima, e non vogliamo far correre rischi ai nostri atleti. In nessun modo, siamo anche restii all’uso massiccio di farmaci per accelerare le guarigioni, preferiamo tempi di recupero più lunghi. Figuriamoci se non staremo attenti in questo caso: attueremo tutto quando prevede il protocollo sanitario. Ciò non toglie che quando arriverà il semaforo verde, noi ripartiremo, non vogliamo un campionato deciso a tavolino, vogliamo giocare: il fatto che ci sia qualcuno che non vuole la ripresa non fa bene al calcio, non è edificante vedere non tanto commenti campati a caso, quanto gli attacchi tra le parti”.

Corrado sta con Gravina: “Ha ragione, chi non vuole finire il campionato non vuole bene né agli italiani, né al calcio e neppure ai propri tifosi: si deve ripartire da dove si è lasciato, no da un nuovo torneo, e se il presidente federale tiene fede a quanto detto, così sarà. Si può al massimo poi fare un campionato ad anno solare, le soluzioni ci sono, si dovranno al massimo rivedere alcune scadenze: chiaro che poi ci sarà chi ci rimette di più e chi meno, ma non cerchiamo queste piccole sottigliezze, perché ci sarebbe la regolarità di base, e no cose decise a tavolino. Il calcio non deve accontentare, deve dare i meriti”.

Infine: “Come riferimento per la possibile ripresa abbiamo preso la fine di aprile, quindi abbiamo già fatto tutto quello che occorreva per potersi allenare. Avendo tre campi, San Piero a Grado avrebbe la massima disponibilità per fare allenare la squadra secondo i protocolli, qualche problema in più ci sarebbe per gli spogliatoi, credo quindi opteremo per lo stadio perché li gli spazi sono enormi e potremmo usare gli ambienti di arbitri, avversari, vari staff, sale antidoping. All’inizio ci alleneremo a gruppi, i ragazzi faranno le visite mediche di abilitazione, ma attendiamo la conferma dei protocolli sanitari, che prevederanno anche tamponi ed esami sierologici. Una nota agli stipendi: non abbiamo mai parlato di ridurre, ma semmai di accordarci con la squadra per come ottemperare al tutto”.