Samp: costanza, decisione e spregiudicatezza per raggiungere l’obiettivo

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Con la scadenza del termine per le comproprietà di settimana scorsa e i primi conseguenti movimenti di mercato, si può dire che sia veramente iniziata la stagione 2011/2012, quella che tutti ci auguriamo sia del riscatto.

Dopo il vuoto decisionale seguito alle dimissioni di Sergio Gasparin, finalmente si è vista una situazione in cui c’è una ed una sola persona che si prende l’onere e la responsabilità delle scelte e le giustifica. Tornare ad avere un punto di riferimento in chiave mercato e un collegamento tra squadra e società è quanto di più importante servisse alla Sampdoria per ripartire.

Come in ogni situazione, quando si fanno delle scelte, queste possono essere condivise o meno. Sempre riguardo la risoluzione delle comproprietà ha suscitato reazioni diverse in molti di noi la scelta fatta di cedere per pochi spiccioli le metà di Curci, Guberti e Daniele Mannini. Per quanto riguarda Curci, io personalmente la scelta l’ho completamente condivisa, il giocatore non ha reso secondo le aspettative, aveva chiaramente difficoltà ambientali a seguito dell’aperta contestazione dei tifosi e percepiva un ingaggio piuttosto elevato, soprattutto in una situazione nella quale occorrono dei tagli come in quella attuale della Sampdoria a seguito della retrocessione. La Sampdoria non era quindi sicuramente in una situazione di vantaggio e di forza per poter monetizzare adeguatamente una eventuale cessione.

I casi di Mannini e Guberti li trovo invece piuttosto diversi. Entrambi i giocatori sono molto discontinui e percepivano ingaggi elevati, probabilmente fuori dai parametri che la società sta cercando di darsi ma tutto sommato entrambi, almeno a parole pubbliche, non avevano manifestato un’assoluta volontà di andare via (ma nemmeno una ferma volontà di restare) e un po’ di mercato lo hanno. In questo caso, a mio avviso, è prevalsa la paura di non riuscire poi a trovare una giusta offerta per vendere eventualmente i giocatori. La paura è stata quella di arrivare ad avere in rosa altri giocatori sempre sotto contratto e quasi mai nei piani dell’allenatore di turno.

Ricapitolando, lo scopo, ossia cedere due giocatori probabilmente non motivati al massimo a rimanere, con alti ingaggi e probabilmente nemmeno utilissimi al progetto tecnico-tattico di mister Atzori, è stato raggiunto e questo è sicuramente un ottimo punto a favore della nuova dirigenza. Di contro, come successo sicuramente nell’ultimo anno ma talvolta anche in quelli precedenti, è passata la sensazione che il mercato si tenda un po’ a subirlo. La Sampdoria sembra non avere spesso il coltello dalla parte del manico e anziché vedere il mercato anche come un’occasione di crescita, si tende spesso a vederne il lato negativo, ossia quello che porta ad un aumento delle spese e a possibili minusvalenze.

Il compito quest’anno è davvero arduo, si devono rigettare le basi per una squadra che ci si augura possa risalire immediatamente in serie A e lì rimanere per tornare a lottare per un posto nella parte sinistra della classifica. Costruendo la squadra mi auguro che si tenga conto anche di questo, ossia puntare su gente pronta per la serie B ma con prospettive di crescita per ben figurare anche in A, facendo quindi investimenti mirati che possano fruttare nel medio-lungo periodo senza avere paura delle possibilità e delle insidie che nasconde il calciomercato.

Si tratta di perseguire gli obiettivi fissati con costanza, decisione e un po’ più di spregiudicatezza rispetto al passato.

[Corrado Camera – Fonte: www.sampdorianews.net]