Sono qui, non li vedi? In silenzio, in alto i calici ai vecchi dei… Addio Giorgio Chinaglia

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Sono qui, non li vedi? Noi amiamo le parole. Le parole sono importanti, tutti ne siamo pieni, di spiegazioni reazioni discordi lunghi e ragionevoli. Noi lavoriamo con le parole, le manipoliamo, le pieghiamo a quel che vogliamo. Noi ci nutriamo di parole. Frenetiche, veloci, scivolano nella rete, sul web, sui media, in un rapido gorgo che stritola il senso, rapida ricerca di consenso e fascino. Parole e immagini, in rapida sequenza, testi scritti letti dimenticati in un frammento di secondo, pronti ad aggredire quello successivo, a divorarlo. In chat o su Facebook, la parola la fa da padrona, l’ansia comunicativa di assenso o dissenso, mi piace commenta condividi. Fuggiamo, oggi. Fuggiamo. Sfuggiamo i panegirici o le lodi facili, le critiche altrettanto facili. Fuggiamo. Permettiamoci il silenzio oggi. Promettiamocelo, gustiamolo.

Accarezziamolo, muti. Tingiamolo di silenzio, questo giorno, il giorno di Giorgio Chinaglia. In silenzio, allontaniamoci da parole e immagini in vortice assillante, ed eccoli, in processione lenta, maestosa, i gol di Long John. Le sue spallate, le sue sgroppate, in testa al corteo lo scudetto del 74, e Maestrelli e Re Cecconi. Eccoli, sono qui. In silenzio, guardiamo gli occhi immensi di chi l’ha vissuto tifato amato, che hanno visto altri anni, altre stagioni lontane, altre ere calcistiche, e le braccia conserte che hanno esultato, spinto i ragazzi a vincere, abbracciato e maledetto. Eccoli sono qui, frammenti di ricordi, e sorrisi, e botte, e scarpini e campacci infami. Eccola, la lenta processione.

Sono qui. E chi non c’era, chi svantaggiato solo dall’anagrafe non ha avuto gli occhi pieni delle sue giocate, incupiti dai suoi anni tristi, dai suoi guai, non sia escluso, non si senta ai margini, e nello stesso tempo non ostenti con parole furiose il lutto, il distacco, la perdita. Rimanga in mezzo a loro, ai vecchi dei, rimanga con loro chiedendo con gli occhi agli occhi un ricordo da condividere, o solo da accarezzare insieme. In silenzio, in alto i calici ai vecchi dei, a chi c’era. In alto i calici a Maestrelli, a Re Cecconi, a chi li ha vissuti. In alto i calici, in silenzio. Per Giorgio Chinaglia, in silenzio, il grido di battaglia. Eccoli. Sono qui, non li vedi?

[Luca Capriotti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]