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Ventura: “Approccio molle nei primi quindici-venti minuti”

L’allenatore applaude la squadra per tutto quello che ha fatto dall’inizio della stagione, ma è rammaricato perché con la Sampdoria il gruppo ha fatto un passo indietro sul piano della crescita.

L’approccio alla partita non è stato positivo e poi non siete riusciti a ribaltare il risultato come era accaduto a Verona finendo per perdere con la Sampdoria. Come analizza la gara?

“L’ho vista così, abbiamo avuto un approccio molle nei primi quindici-venti minuti. Un approccio molle che non è da noi e che non si può avere in serie A, è molto più negativo questo lato che il risultato che è l’ultimo dei miei problemi oggi. Questa è una partita che ci deve insegnare un’infinità di cose, ho visto le immagini ed anche il gol di Okaka era nettamente in fuorigioco, ma su questo argomento non entro in merito ed anche avere un punto in più o in meno è l’ultimo dei nostri problemi. Averne tre in più avremmo parlato ancora di Europa che oggi è una cosa più grande di noi, il nostro obiettivo, lo ripeto ormai da due mesi a questa parte, non è questo, ma crescere e capire. Sono contento che sia arrivata la convocazione di Immobile e Cerci in Nazionale e quindi abbiamo mandato un altro giocatore in Nazionale (Immobile è stato per la prima volta convocato da Prandelli, ndr) oltre a tutti gli altri, ma questo non deve essere un punto d’arrivo bensì un punto di partenza. Allora questa partita ci dice che dobbiamo avere l’umiltà di metterci tutti quanti in discussione, nel senso che dobbiamo imparare a metterci in discussione giorno dopo giorno, così come dobbiamo imparare qual è la strada da seguire. Invito a fare una riflessione: noi oggi abbiamo trentasei punti e ne dovremmo avere minimo quaranta-quarantadue per quello che abbiamo fatto sul campo, ce ne hanno tolti talmente tanti che non si può neanche commentare quanti, ma come sono arrivati questi quarantadue teorici e trentasei reali? Giocando, lavorando, facendo prestazioni, soffrendo in alcuni casi, ma tutti guadagnati sul campo e non sono figli del caso, ma del lavoro di questa squadra che quindi applaudo pubblicamente perché ha fatto qualche cosa di assolutamente importante sino ad oggi, poi ci sono partite come quella con il Bologna e quella di oggi che ci insegnano che sono contento delle convocazioni nelle varie nazionali dei miei giocatori, ma altresì sono contento che questa convocazione possa insegnare ai giocatori che non è il loro punto d’arrivo bensì quello di partenza. Avere tanti convocati in nazionale (Gomis, Kurtic, Basha, Vesovic, Glik, El Kaddouri, Cerci e Immobile, ndr) vuol dire che abbiamo fatto un buon lavoro, però essere convocati non significa niente è solo il segnale che si è un giocatore di un certo tipo e che si può diventare molto di più, quindi oggi inizia il lavoro in una direzione più importante, cioè quello di entrare dalla porta principale delle varie nazionali e non tanto per avere una convocazione, ma per essere parte integrante di una squadra. Quando siamo partiti tre anni fa obiettivamente c’era poco e in questo periodo abbiamo seminato tutto sommato abbastanza, ma oggi c’è del rammarico perché abbiamo fatto un passo indietro sul piano della crescita poiché il nostro obiettivo reale non è né la salvezza, come ho già detto da un mese a questa parte, né l’Europa. L’obiettivo principale è quello di creare una mentalità e non possiamo più avere o meglio non dovremo più avere approcci come quello di oggi, perché se si hanno approcci molli difficilmente si diventerà una squadra che sarà protagonista, per diventare protagonisti, a parte tutto quello che è stato fatto fino ad oggi, bisogna che ognuno di noi si metta in discussione”.

Alla fine del derby aveva detto che sarebbe stato deluso se con la Sampdoria non avesse visto un certo atteggiamento, sembrava quasi che sentisse che c’era il rischio che oggi le cose non sarebbero andate per il verso giusto.

“Infatti sono deluso”.

A gennaio si sarebbe potuto fare di più in sede di mercato vista la posizione che c’era in classifica che dava prospettive sull’Europa?

“Dovrei dire cose che in questo momento non posso affrontare. Il nostro problema non è il mercato, ma tutto il resto: la struttura, i campi, la mentalità, la crescita dell’ambiente, non sto parlando dei calciatori perché vengono dopo”.

Però oggi  si è visto che mancava qualche cosa a centrocampo.

“Tutto quello che si vuole, però tredici giorni fa siamo andati a Verona e dicevate (si rivolge ai giornalisti, ndr) che non mancava assolutamente niente. Il vero problema non è chi hai di fronte, con tutto il rispetto per gli avversari, ma quello che si è, quello che si fa e come lo si fa, quindi noi a Verona, faccio un esempio, siamo entrati in campo avendo un buon approccio alla partita, poi siamo andati sotto di un gol e la cosa non ci ha neppure scalfiti di conseguenza non dovevamo recuperare qualche cosa che non abbiamo fatto, ma proseguire ciò che stavamo facendo e lo abbiamo fatto. Oggi, invece, dovevamo recuperare quello che non avevamo fatto, lasciamo stare che il gol della Sampdoria era nettamente in fuorigioco, ripeto, avere un punto in più o in meno a noi non interessa e anche averne tre in più non cambia niente perché proiettati nel futuro. Il nostro problema è: creare i presupposti a breve termine, e con breve termine intendo in una-due stagioni, in modo che nessuno possa scalzarci dalla posizione che abbiamo acquisito e questo avviene attraverso la crescita della mentalità dei giocatori e di tutto l’ambiente”.

Oltre la beffa del primo gol in fuori gioco, c’è anche il danno degli ammoniti, infatti Maksimovic, Glik e Bovo salteranno la prossima gara con l’Inter. Mancando quasi tutti i centrali difensivi poiché c’è anche Moretti infortunato dovrà convocare qualche giocatore della Primavera?

“L’anno scorso in tanti per mesi chiedevano di  vedere giocare Bakic e quando è stato mandato in campo (nell’ultima partita del campionato, ndr) proprio qui in zona mista qualcuno mi ha detto : “Ora capisco perché non giocava Bakic”. Barreca volevo aggregarlo in settimana, ma aveva trentanove di febbre, poi è riuscito a giocare la partita, però le cose devono avvenire gradatamente”.

Convocare un Primavera nel senso non di farlo giocare titolare, ma per mandarlo in panchina.

“Ne posso convocare diciannove, non è un problema, ma parlando seriamente si convocano i ragazzi che sono pronti, perché se c’è bisogno devono essere pronti per andare in campo, questo è il primo concetto, il secondo concetto è che le cose non vengono per caso. Oggi Maksimovic, che è un giocatore di grande prospettiva, ma che va amministrato, anche lui va in nazionale, però al novantunesimo quando stavamo perdendo due a zero a un minuto dalla fine si è fatto ammonire per aver buttato il pallone per terra e noi abbiamo perso anche lui per la prossima partita poiché era in diffida, questo significa che i margini di crescita di questi giocatori sono ampi”.

La sostituzione di Bovo è stata per un problema fisico? Perché quando Cesare è uscito l’unico difensore centrale di ruolo che non era stato ancora ammonito era Maksimovic, forse si poteva preservarlo dal cartellino giallo togliendo lui?

“Ma no, io devo pensare alla partita non posso tener conto delle gare successive, altrimenti non avremmo giocato con i diffidati neanche a Verona o in altre gare”.

Allena sempre per libidine?

“Oggi mi è un po’ scesa la libido, ma spero che risalga”.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]

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