Bologna: calma e sangue freddo …

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È il 13 settembre e il campionato è appena cominciato ma sembra di essere a maggio con la stagione che sta per concludersi. Il Bologna ha ancora 37 partite da disputare ma sembra che ne abbia già perse più della metà e che per salvarsi serva un miracolo. C’è addirittura qualcuno che si è  già informato sui ristoranti di Nocera Inferiore nei quali pranzare prima del match di Serie B del prossimo anno. Pazzesco. E pensare che fino a una settimana fa c’era chi azzardava vocaboli inglesizzanti del tipo ‘Europa League’. Pazzesco fino a un certo punto, perché siamo a Bologna: restare fermi su un’opinione o un parere per più di una settimana qui è praticamente impossibile, che tu sia un tifoso, un giornalista o, addirittura, un dirigente. Abbiamo perso 2-0 a Firenze contro un’ottima Fiorentina peraltro non sfigurando per almeno un tempo, eppure si respira già un clima che nemmeno dopo una previsione dei Maya.

Stiamo calmi, per favore. La corrente del fiume, specie con questo caldo, è molto allettante, ma a volte sarebbe meglio restare fermi a guardarla senza tuffarcisi dentro. Bisoli per tutta l’estate sembrava essere diventato José Bisolinho, ora vale poco meno di Oronzo Canà e va cacciato. L’attacco sembrava quello del Barcellona e ora sembra quello del Gubbio. La difesa sembrava un reparto debole ma con margini di crescita e ora è addirittura tutto da buttare via senza pensarci due volte, portiere compreso. Come abbiamo fatto a ridurci così? Sì, è vero, una spiegazione c’è. Siamo il Bologna, per l’appunto. Negli ultimi trent’anni sono state solo o soprattutto delusioni, prese in giro e amarezze, quindi è davvero facile abbattersi e sprofondare nella tristezza di fronte alla minima difficoltà così come esaltarsi e gridare al miracolo dopo una o due vittorie di fila. Però a tutto c’è un limite. Non si possono sempre esprimere giudizi definitivi e (spesso) deliranti dopo ogni partita. A maggior ragione se è la prima.

Vediamo nel dettaglio quello che è accaduto all’Artemio Franchi. Un’analisi a mente lucida non può che far bene e schiarire le idee, perché a sparare sentenze sono bravi tutti ma quando c’è da ragionare con calma e trovare le cause di un insuccesso e le possibili soluzioni molti si tirano indietro. Bisoli, che in ogni conferenza stampa da giugno a oggi ha ripetuto che il Bologna avrebbe sempre avuto un’identità propria e non si sarebbe mai adattato all’avversario, ha provato ad andare contro le sue stesse convinzioni e a cambiare qualcosa per arginare sugli esterni la Fiorentina (Raggi, un destro naturale, spostato terzino sinistro su Cerci, con Pulzetti dirottato basso a destra). Loria lanciato nella mischia dopo solo due settimane di allenamento è certamente un’altra scelta poco condivisibile. Il difensore centrale titolare al fianco di Portanova è Cherubin, attualmente infortunato, mentre Antonsson ancora non viene ritenuto pronto. E Loria lo era? No, quindi speriamo che con il Lecce venga data una chance al colosso svedese ex F.C. Copenaghen. A centrocampo Perez è in evidente debito d’ossigeno dopo due estati passate a giocare in giro per il mondo con l’Uruguay, mentre in avanti Di Vaio è stato lasciato troppo solo e la sostituzione di Kone con Paponi ha destato più di qualche perplessità (il greco era acciaccato, può succedere, ma allora perché non provare a buttare subito nella mischia Acquafresca?). Tutto ciò, unito agli episodi da cui sono nati i gol viola e ovviamente al  risultato finale, dicono che Bisoli ha sbagliato, e probabilmente questo gli servirà di lezione. Allo stesso tempo è però innegabile che questa squadra sia stata palesemente preparata in ritiro dalla stesso Bisoli per partire piano e arrivare alla fine del campionato con tanta energia da spendere. L’anno scorso tutto sommato il Bologna, fra mille difficoltà, ha disputato una signora stagione, ma tutti quanti, chissà come mai, si ricordano solo delle ultime otto-nove partite giocate in maniera disastrosa. Vogliamo che tutto ciò si ripeta o vogliamo per una volta chiudere una stagione come si deve? Chi mi vieta di pensare che con una squadra già fisicamente in palla Pulzetti avrebbe potuto contenere Pasqual, Raggi avrebbe potuto fermare Cerci, Perez bloccare Jovetic e Di Vaio segnare una doppietta? O è sempre e per forza una questione di giocatori scarsi contro giocatori forti?

Per quanto mi riguarda sarebbe potuto accadere benissimo, ma poi forse saremmo crollati rovinosamente ad Aprile, chissà. I segnali di una quasi certa partenza ‘diesel’ erano già arrivati forti e chiari in estate, specialmente a Sestola: Bologna-Bihor Oradea 4-2 (primo tempo 3-0, crollo fisico netto nel secondo con i modesti avversari che sfiorano più volte il pareggio), Bologna-Bologna Primavera 2-1 (discreto primo tempo, nuovo crollo fisico nella ripresa con i ragazzini che quasi sconfiggono la prima squadra). Per non parlare poi della gara d’esordio di Tim Cup contro il Padova, partita giocata a ritmi blandissimi e risolta nel finale solo grazie a un guizzo di Diamanti (peraltro il più positivo a Firenze, forze perché è di corporatura esile ed è entrato in forma prima di altri più robusti come Raggi, Perez e Mudingayi?) e a un gol in mischia di Della Rocca. Insomma, se vogliamo cadere dalle nuvole facciamolo pure ma poi non lamentiamoci se picchiamo forte il sedere per terra. Mi riferisco certamente ai tifosi ma anche a quella parte di stampa che da un giorno all’altro prima incensa e poi demolisce. E perché no, anche alla dirigenza stessa del Bologna che, vuoi per l’inesperienza o per il troppo entusiasmo tipico degli esordienti, tende troppe volte a dispensare sogni piuttosto che a evidenziare la dura realtà. Realtà che ci parla di una squadra che anche quest’anno dovrà lottare per guadagnarsi la permanenza nella massima serie. Ci riuscirà? Se Bisoli, che non è Mourinho ma è comunque un buon allenatore, verrà fatto lavorare in pace, e se la squadra giornata dopo giornata metterà benzina nelle gambe e assimilerà i suoi schemi io credo proprio di sì. E forse potremo pure vedere un gioco piacevole e toglierci qualche soddisfazione. Se invece andremo avanti con questi sbalzi d’umore sarà dura. Dobbiamo restare tutti uniti, noi tifosi in primis, nel bene e nel male. Perché se noi siamo uniti e proviamo a pensare positivo la squadra lo avverte e in campo riesce a esprimersi al meglio. Però per favore, se domenica dovessimo mai vincere 3-0 nessuno mi parli di Europa League!

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]