Bologna: il podio rossoblu tra fiducia ed entusiasmo

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Lo sapete, non mi è mai interessato più di tanto parlare di penalizzazioni, polemiche, amministratori delegati e cose di questo genere. Mi piace occuparmi del cosiddetto rettangolo verde, del campo, unico vero luogo in cui si trovano le risposte a tutti gli interrogativi che ci rimescolano il cervello durante  la settimana. A me basta veder rotolare un pallone per andare in estasi e se a farlo rotolare come si deve sono finalmente i giocatori del mio Bologna, che dire, in alto i calici anche se le feste sono ormai passate.

Abbiamo vissuto settimane durissime e ora che tutto sembra iniziare ad andare per il verso giusto non vedo perché non lasciarsi cullare, almeno per qualche giorno, fra le braccia dell’entusiasmo. Entusiasmo, parola che per lungo tempo sotto le due torri sembrava essere diventata tabù, vocabolo impronunciabile pena l’accusa di eresia.

Poi, dopo Calciopoli, tre anni di B, due anni di A al limite dell’orribile, Moggi, i Menarini e Porcedda (e solo questa lista basterebbe per far capire a tutti che Luca Baraldi a confronto è l’acqua di rose), ci si accorge che il Bologna è decimo in classifica con la bellezza di 25 punti (e vabbè, 24, 23, 22, l’ho detto che odio queste cose) al termine del girone d’andata: roba da fantascienza. E invece è tutto vero e non è per niente casuale. Ecco quindi il mio personalissimo podio da giugno ad oggi: sul terzo gradino il “super egregio consulentissimo di mercato” Carmine Longo (ormai la sua carica cambia nome ogni giorno, sembra la situazione di Fantozzi col Megadirettore), il vecchio volpone amante del greco e del latino che in estate è riuscito a trattenere i big (e si spera sarà lo stesso anche nel mercato invernale) e ha affiancato loro dei giovani talentuosi e di sicuro avvenire. Finalmente i rossoblù corrono, lottano su ogni pallone, sono vivi e non più attaccati alla bombola d’ossigeno (ogni riferimento a Lanna e Zenoni è puramente casuale).

Inoltre Longo ha dimostrato di tenere davvero a questa società, mettendoci sempre la faccia e restando vicino ai giocatori e all’allenatore nei momenti più difficili, guadagnandosi così l’affetto e la stima dello spogliatoio e della piazza. Secondo gradino del podio per il mister, il mitico Alberto Malesani. Al suo arrivo quasi tutti o lo consideravano meno di zero o comunque nutrivano seri dubbi sulle sua capacità di allenatore. Dubbi subito fugati da un tecnico che ha dimostrato di essere ancora validissimo sia sotto il profilo tattico sia sotto quello della gestione del gruppo. La squadra è unita, ha una sua fisionomia, un suo gioco ben preciso e un atteggiamento in campo assolutamente equilibrato.

Malesani con grande umiltà ha saputo far tesoro degli errori commessi in passato e ha forgiato un Bologna che stupisce partita dopo partita per l’ordine, l’oculata gestione del pallone (tante volte ho invocato il possesso palla e i passaggi in verticale, per questo il primo gol di domenica a Bari mi ha reso particolarmente felice) e la pressoché impeccabile organizzazione difensiva. In avanti si può e si deve fare meglio, bisogna tirare in porta di più e non solo con Di Vaio (124 gol in Serie A, di cui 47 con il Bologna: caro Prandelli, fidati, uno così ti farebbe comodo pure in Nazionale), ma pian piano sembra che si stiano facendo passi avanti anche in questo settore.

Il gradino più alto del podio lo merita proprio la squadra che ha superato brillantemente il periodo nero salvando baracca e burattini (espressione a mio avviso perfetta per descrivere lo scenario venutosi a creare con Menarini e Porcedda) fuori dal campo e fornendo ottime prestazione in campo (a Cesena, a Bari e col Chievo i punti più alti, ma non solo). Viviano è il miglior portiere del campionato, Moras, Britos e Portanova tre ottimi centrali, Morleo e Rubin hanno finalmente colmato il vuoto del terzino sinistro, Perez e Mudingayi sono due dighe pressoché invalicabili (e quando ne manca anche solo uno si sente), Ekdal sta crescendo e sta dimostrando di essere l’uomo d’ordine che ci mancava da anni lì nel mezzo, Casarini e Della Rocca sono le sorprese più belle (puntare senza paura su di loro è un altro grande merito di Malesani), Ramirez è il talento puro a cui manca solo la continuità per esplodere definitivamente (ricordo sempre che ha solo 20 anni), Di Vaio è…

Non so più che dire, per lui gli aggettivi li ho finiti. E poi ci sono tutti gli altri che quando sono stati chiamati in causa hanno sempre risposto presente, con grande professionalità e voglia di lottare per questi colori. Menzione speciale per Massimo Zanetti: alle ore 17 del 23 dicembre 2010 il Bologna era fallito, finito, evaporato. Se oggi il Bologna esiste ancora gran parte del merito è di questo straordinario imprenditore che insieme a Giovanni Consorte e certamente anche agli altri membri di “Bologna 2010” ha salvato il club ed ha subito iniziato a pensare al suo rilancio, ridando credibilità ad un ambiente che sembrava averla persa per sempre. Le sue parole al termine della partita di Bari e la fermezza con la quale sono state pronunciate mi hanno fatto capire che finalmente anche noi abbiamo un grandissimo presidente. Forse ora qualcuno potrà dirmi che ancora il campionato non è finito, che non siamo ancora salvi e che un altro periodo durissimo è alle porte.

Lo so, non sono pazzo, ma per la prima volta dopo tanti anni, oltre che provare un po’ d’entusiasmo, ho molta fiducia nel Bologna. Inter, Lazio e Roma, le prossime avversarie, sono sì più forti, ma ora fanno un po’ meno paura. Finalmente ad affrontarle ci andrà una squadra vera, compatta e consapevole dei proprio mezzi, quello che sognavamo da tempo. Non sarà semplice mantenersi su questi standard ma ripeto, la nostra posizione di classifica non è frutto del caso ma è stata guadagnata con pieno merito grazie ad un progetto di gioco intelligente e ad una crescita psicofisica costante. I piedi restano ben piantati a terra ma oggi posso tranquillamente affermare che, specie dopo un passato recente così travagliato, il Bologna ha davanti a sé un futuro luminoso.

[Simone Minghinelli – Fonte: www.zerocinquantuno.it]