Bologna: sconfitta tutta salute

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Quella di Verona è veramente una sconfitta salutare, ancorché io pensassi al più classico dei “ biscotti “ in salsa clivense.

Fa abbassare le orecchie a Malesani, che si era figurato un complotto dell’intera stampa ai danni del suo Bologna, quando – come spesso capita – le posizioni prese  successivamente alla sconfitta di Brescia sono state molto variegate, chi ha puntato il dito con tono severo ( legittimo ), chi ha scelto una linea più morbida ( il sottoscritto, per esempio ) che puntava – e punta – sulla differenza di motivazioni. Basta che poi non mi si dica, oggi, “ avevo detto che in Serie A non si gioca in pantofole “ perché, per la verità, il nostro allenatore, il sabato, si era espresso in modo immaginifico e truculento, “massacreremo gli avversari “.

Infatti… Reclinano un po’ anche le orecchie dei giocatori, oggi più preoccupati di ritrovare il giusto “ climax “ interno – stando alle parole di domenica di Portanova – che non protestare per atteggiamenti presuntivamente ostili di stampa e tifoseria. Semplicemente si può osservare che è sempre meglio cominciare male e finire bene che non il contrario. Impedire alla gente, poi, di manifestare il proprio disappunto per i pappafichi mollati in questo finale di stagione mi pare un po’ eccessivo. Ciò detto, è giusto che la tifoseria non scarichi la squadra, ci mancherebbe. Fa – mi auguro – abbassare le orecchie a Carmine Longo e ai suoi numerosi supporter, giornalisti e tifosi. Il Professore ha avuto 20 milioni di € ( del Monopoli, d’accordo, ma sono stati usati come se fossero banconote vere ) da spendere da parte di Porcedda quest’estate, ha scelto un allenatore liquidando giocatori e tecnico precedenti ( in modo un po’ discutibile ) e poi è stato costretto ad affidarsi ai “ soliti “ Di Vaio e Viviano, il cui contributo – in termini aritmetici, almeno quello mi verrà concesso – è valso la scalata alla classifica.

Fossero stati quelli dell’anno scorso, saremmo lì a lottare con Cesena, Brescia e Samp, altroché Europa League!L’anno in cui lo potremo giudicare sarà il prossimo, se rimarrà. Perché questa stagione ha avuto un tale carattere di straordinarietà da rendere le singole performance totalmente ingiudicabili. In una condizione di normalità vedremo se svilupperà ancora, come ha fatto quest’anno, le sue doti di affabulatore, oppure cercherà, con le poche lire che gli mette a disposizione il club, di fare scelte un po’ più organiche e sensate di quelle di quest’anno. Comodo acquistare Perez e Ramirez con soldi inesistenti, rivediamolo con i Baronio che ci potremo permettere ( parlo di valore economico, non di età, simpatia, feeling con Colomba o altre facezie del genere ), giacché mi pare che l’andazzo, visti i chiari di luna finanziari, possa solo esser questo. Tanto per inquadrare, seppure in modo sintetico, tutti i temi, Longo è peraltro stato bravissimo – sul serio – a stare di fianco alla squadra nel momento più buio. Lì merita 8,5. Sulle parti tecniche 6. E non credo di essere particolarmente stretto né ho particolari nostalgie di Salvatori, uno con il quale avevo la stessa consuetudine che ho con Longo: zero. Ci si deve fare una ragione anche del record del mondo di presidenti imbattuto. E’ un fatto, non è che se ne possa star lì a discutere, ed è senza dubbio una vicenda a impatto fortemente negativo. Così come suscita indiscutibile curiosità il modello “ cooperativistico “ di proprietà che rende il Bologna calcio un “ unicum “ mondiale.

La BBC a Casteldebole è venuta per questo. In fondo, un modo per promozionare Bologna. Anche – e soprattutto – nelle sue debolezze. Da ultimo, le strategie per il futuro tecnico del club. Scrivo domenica sera, non so se la settimana porterà novità sulla vicenda Malesani. Mi pare di vederne piuttosto lontane le ipotesi di riconferma, anche perché in sostanza é un po’ quello di sempre, meno irruento ma sempre impronosticabile nei finali di campionato. Qui o si dà la squadra in mano a Longo con Bisoli, e ci si sistema con giocatori di B e Legapro da valorizzare, quasi uno Zeman contemporaneo ( senza anziani, sennò si finisce come a Cagliari quest’anno con Conti e Agostini. Quindi non so, per dire, se Portanova in questa chiave si trovi bene ), oppure bisogna inventare un “ ticket “. Con dei rischi: Marotta e Del Neri ok a Genova, malino a Torino, per dire. Altro aspetto da non trascurare, molti diesse nuotano tuttora in acque moggiane. Occhio, perché ci siamo già passati. E ce ne rammentiamo anche l’esito.

[Alberto Bortolotti – Fonte: www.zerocinquantuno.it]