Catania: il quadro è un cerchio che non quadra ancora

288

Più passa il tempo meno ne rimane per gli esperimenti. Ad una settimana dal “pronti via” Montella dovrebbe cercare risposte alle soluzioni trovate ed invece si trova, costretto, a formulare ancora nuove ipotesi per far quadrare gioco in campo e conti all’interno d’un organico tutt’ora esiguo in certi reparti (la difesa), potenzialmente in altri (attacco in caso di cessione di Lopez) e poco attinente alle necessità tattiche come alle prerogative del gioco che si intende proporre in altri (centrocampo).

Per il primo anno insomma, il Catania vive a pochi giorni dall’inizio del Campionato una situazione di incertezza legata agli uomini che comporranno l’organico, definito senza remora alcuna “incompleto” tanto dall’allenatore che da alcuni giocatori. Nonostante lo stato di necessità, che emerge a tratti in forma di svarione o disattenzione difensiva, come discontinuità nell’interpretare con efficacia la fase di transizione, gli uomini di Montella sopperiscono con carattere e vigoria laddove lo scorso anno prevalsero sconforto e mugugni. Tanto basta a battere il giovane Brescia.

Contava il risultato, come dichiarato dallo stesso Montella, e vittoria è stata, più agognata che realmente sofferta se dall’elenco delle sofferenze è consentito eccettuare la densa calura che permea l’atmosfera del Massimino. Il risultato poteva esser ben diverso, il margine di gran lunga più ampio al 90′, è l’impressione di molti giocatori, del pubblico ed anche del tecnico del Brescia. Un palo, un incrocio dei pali, una traversa, un goal annullato, tante occasioni pericolose che fan tremare i polsi al portiere delle rondinelle. Il Catania c’è, l’avversario anche e, per quanto cadetto non mostra alcun timore né riverenza nell’affondare i colpi, pur deboli, tanto da costringer il Catania ad uscir fuori quel carattere e quella determinazione, quella voglia di vincere che, a prescinder dall’organico ancora incompleto, rassicurano l’intero ambiente, tecnico e non. Certe qualità non si comprano, né si possono millantare.

Resta da far quadrare il cerchio. E per capir come consentire a Montella questa complessa operazione, che magnificherebbe le qualità già in possesso del suo gruppo, basta saper leggere i messaggi che anche stavolta ha lasciato fosse il campo a spedire verso la tribuna.

Sopperire al centrale d’esperienza mancante con risorse già in dotazione dell’organico non sembra cosa fattibile. Potenza garantisce esperienza ma per far coppia con Spolli necessiterebbe comunque d’un periodo d’adattamento ad un ruolo che da anni non interpreta (e viste le amnesie di Alvarez forse è proprio da terzino destro che tornerebbe più utile), lo stesso che potrebbe esser concesso a Bellusci per maturare quella concentrazione che magari in questo momento gli manca. In ogni caso, attesi o due centrali (pare l’ipotesi migliore) od un centrale ed un terzino destro, sempre che Llama sia convinto (e convincente) interprete del ruolo in cui l’inventò Baldini (ieri, ironia della sorte in tribuna) e che permetta alla società di mandar Marchese (palesemente fuori dalle grazie di Montella) in altri lidi.

A centrocampo la “bocciatura” di Lodi dopo mesi due di tentativi ostinati non può che andare in risonanza con l’avvento, imminente, di Almiron. Montella ha chiarito di voler maggiore solidità in mezzo al campo, disposto anche a sacrificare la qualità, e che per tali ragioni ha preferito Biagianti al mediano specialista in punizioni. Nonostante gli sforzi profusi, i risultati non sono arrivati, ed al momento del verdetto l’espressione di Lodi ve lo assicuriamo, non era felice affatto. Meno ancora quella di Ledesma, neppure convocato. Tanti indizi che non risolvono il dilemma su chi e come darà qualità a questo centrocampo.

Uniche certezze dal “bacino in su”. Ricchiuti, con Barrientos escluso, è l’unico giocatore di fosforo, l’unico capace di dettare giocate ai compagni e tempi alla manovra, leggere gli spazi ed incunearsi negli spiragli lasciati vuoti dagli avversari. Imprescindibile come Gomez, incontenibile, e Lopez, dirompente nella sua cattiveria ritrovata. Si aggiunga a questi Spolli, un Alvarez più costante, un Biagianti in palla, ed ecco delineata la cerchia sulla quale basare gioco ed ambizioni.. ma per farla quadrare serve ancora qualcun altro, che garantisca qualcos’altro.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]