Catania: la miglior lezione prima degli esami …

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MILANO Sia chiaro, poteva non esserci nulla di clamoroso nella sconfitta contro il Milan. Ed invece il Catania che perde al Meazza perde male, e non può non far notizia, a Catania, almeno quanto a Milano si celebrerà la meritata e rotonda vittoria rossonera.

Piove e passa in svantaggio. Le premesse per il colpo clamoroso del Catania ci sono tutte, ma stavolta niente ri-Montella. Col senno di poi, il tecnico del Catania paga a caro prezzo la scelta di non mutare l’assetto tattico in funzione delle esigenze dettate dall’infortunio di Izco che si scoprirà, nell’economia della gara, pesare per il Catania più delle concomitanti assenze di Boateng, Nocerino, Cassano, Nesta e Bonera (in corso di partita) per il Milan.

I rossoneri perdono brillantezza nella costruzione di gioco, ma riescono comunque a garantire omogeneità ed equilibrio, pur al ribasso rispetto alla quota vertice. Quanto non riesce al Catania, che sulla fascia destra, al posto del capitano Izco, presenta l’adattato Lanzafame affidandogli il compito di spingere e contemporaneamente coprire le sgroppate di Robinho, l’elemento più imprevedibile e quindi pericoloso del Milan. Al solo immaginare tale prospettiva non uno, ma cento campanelli d’allarme sarebbero dovuti scattare preventivamente.

Ed è probabile sia stato così. Ma anziché operare come a Novara, dove in ragione dell’indisponibilità di Alvarez e delle precarie condizioni di Legrottaglie, si optò per il passaggio alla difesa a tre, inedita fino a quel momento, non altrettanto coraggio (?) o comunque lungimiranza è venuta fuori nell’affrontare più che il Milan, l’assenza di una pedina in questo momento insostituibile, bisogna ammetterlo, come Izco.

Male non averlo capito a bocce ferme. Impossibile comunque dire se, con una difesa a quattro, anche solo per l’occasione, il Catania sarebbe perciò riuscito a venir fuori dal Meazza senza le ossa rotte. Si può ipotizzare che, convinto dal modulo a tre, Montella su tale convinzione abbia voluto insistere, così da accumulare minuti che significano esperienza, e testarne la tenuta nella sfida più improba non solo del ciclo terribile appena concluso, ma di tutto l’inizio campionato.

Bene invece che tutto ciò sia avvenuto proprio contro il Milan e non magari al prossimo giro di posta, quando come dice bene Montella “inizierà il vero campionato del Catania”, un ciclo non terribile ma determinante per la caratura anonima o prestigiosa che i rossazzurri vorranno dare al proprio campionato. Ci saranno le dirette concorrenti da affrontare, una dopo l’altra, le concorrenti allo scudetto salvezza.

Intanto sosta, che darà il tempo a tecnico e giocatori di meditare sulle ragioni di tale sconfitta. E visto il silenzio stampa che l’ha preceduta, evidente che le beghe, come le soluzioni, non possano che trovarsi all’interno del gruppo stesso. All’orizzonte c’è già la prima sfida salvezza, contro il Chievo Verona, che frattanto ha battuto la Fiorentina di Mihajlovic e che al Massimino, in cinque anni, ha perso una volta sola (senza contare il Catania – Chievo 2-0 giocato al Dall’Ara), contro il Catania di Zenga.

Per l’occasione, Montella dovrebbe recuperare pienamente non solo Potenza, ma anche Capuano e Ledesma. Llama avrà modo di allineare la sua condizione a quella dei compagni, ed iniziare così ad ambire al recupero dei 90′ sulle gambe possibile solo col suo utilizzo in campo. Si attendono buone nuove anche per Suazo e Biagianti.

Servirà sia allo spirito che al corpo questa sosta, alle gambe ed alla mente. E’ quello che non possiamo che augurarci. Finora è stato fatto tanto, 14 punti, ma non abbastanza per la salvezza, ed il Catania non potrà certo concedersi il lusso di prolungare la sosta che ha già anticipato di una settimana.

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]