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Catania, top e flop: poche note liete

Ad una settimana da termine della stagione, ecco il consuntivo delle votazioni riportate dai rossazzurri nelle 38 gare disputate. Pochissime le sufficienze e le partite degne di nota che si ricordano, riportiamo per comodità i primi 3 top player, i 3 flop e spendiamo due parole anche sui tre tecnici che si sono susseguiti.

Top Player
Frison 6.054 14 partite
Rinaudo 6.00 17 partite
Plasil 5.912 26 partite

Il numero uno etneo è riuscito a dimostrare quanto di buono si era intravisto nella precedente annata, con prestazioni positive ed una sicurezza sempre crescente nonostante la scarsa continuità con cui è stato impiegato. Unica pecca la non perfetta prestazione contro il Livorno, che ha portato Maran a re-inserire come titolare il già ceduto Andujar con i risultati che tutti sappiamo.

Arrivato a Gennaio, Fabian Rinaudo ha preso numericamente il posto del partente Guarente, ma sin dal suo esordio in casa contro la Fiorentina si era capito come la squadra non potesse fare a meno della sua “garra” e della sua capacità di recuperare palloni. Sempre titolare sia con Maran sia con De Canio, è stato fermato solo dalle squalifiche, con la macchia dell’espulsione contro il Milan.

Doveva essere un crack ed invece il titolato Plasil è finito ben presto per diventare un comprimario senza riuscire ad assumere i tanto attesi gradi di leader e di guida dell’intero gruppo. Tanta corsa infruttuosa, poca proposizione, ma una media voto prossima al 6, forte probabilmente del “nome” che ha indotto i quotidiani nazionali a giudicarlo spesso con almeno mezzo voto in più rispetto a quanto visto in campo.

Flop
Monzon 5.461 19 partite
Leto 5.630 25 partite
Bellusci 5.665 20 partite

All’unanimità Monzon è stato il vero flop stagionale in relazione soprattutto all’esborso estivo effettuato per averlo. Tutti e tre gli allenatori hanno provato ad ottenere il massimo da lui (addirittura De Canio lo schierò interno di centrocampo contro il Milan ed esterno d’attacco), ma con risultati negativi. Appena tre sufficienze per lui, ottenute nelle ultime tre gare, con l’apice nella gara di Bologna.

Nel valutare la stagione di Leto pesa come una spada di Damocle, l’infortunio che lo ha tenuto per tutta la precedente stagione lontano dai campi. Maran lo butta nella mischia sin dall’inizio, De Canio lo schiera punta centrale per sopperire all’infortunio di Bergessio, e solo nel finale di stagione acquista una discreta condizione fisica che lo stimola a gesti tecnici “fuori quota” come il gol contro la Sampdoria.

Infine Bellusci, fuori per infortunio durante tutta la parentesi De Canio, si è macchiato sotto la gestione Maran di alcuni errori pacchiani che hanno compromesso i relativi incontri. L’eccessiva sicurezza e confidenza nei propri mezzi lo ha tradito, facendolo diventare il lontano parente del Bellusci ammirato la stagione passata.

Allenatori
Pellegrino 6,333 6 partite
Maran 5,75 21 partite
De Canio 5.614 11 partite

Il confronto tra gli allenatori non regge, Pellegrino nella sua breve parentesi è riuscito ad ottenere il massimo da ogni singolo giocatore, fallendo (clamorosamente) la sola ma decisiva partita di Verona. Le appena 5 sufficienze di Maran sulle 21 partite la dicono lunga su quanto il tecnico non sia riuscito a trarre le giuste motivazioni ed a schierare opportunamente un organico che meritava di essere sfruttato in maniera migliore. Infine De Canio, appena 3 sufficienze, 2 vittorie e mai la consapevolezza di aver preso l’organico in pugno, di voler provare a cambiare l’inerzia negativa, di rischiare quando si doveva.

[Giovanni Famulari – Fonte: www.mondocatania.com]

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